Riflessione guidata da don Severino Dianich, in memoria di Adriana Fiorentini
Una scia luminosa che ravviva l’oscurità e il grigiore delle nostre giornate. Una scia che diventa un ponte fra il cielo e la terra, portando a ciascuno un sorriso, un messaggio di speranza, un lampo di gioia. Ricordo che questa era una “parabola” presentata ai ragazzi del catechismo, con una breve animazione filmata, in epoca… pre-informatizzazione.
Una scia che è Gesù stesso, con il suo annuncio del Vangelo, con la sua chiamata alla felicità. Ma nel richiamo della memoria l’interpretazione si allarga e possiamo dire che, senza dubbio, una scia luminosa l’ha tracciata e l’ha offerta a tutti noi anche Adriana Fiorentini.
Donna di fede, che desideriamo ricordare rinnovando l’iniziativa di un incontro comunitario incentrato sulla catechesi, con l’introduzione di don Severino Dianich sul tema: “Comunicare agli altri la propria fede in un mondo in cambiamento”, che si terrà Venerdì 27 Ottobre alle ore 21.15 nel Salone Parrocchiale, S. Stefano e.m.
Perché fare memoria di Adriana è indissolubilmente legato ad una riflessione sull’annuncio, sulla catechesi, sulla testimonianza di fede.
E’ Adriana stessa che ci ha raccontato [vedi la sua testimonianza nel volumetto: “Don Waldo a Porta a Lucca 1966-1989. Un prete e la sua gente nel cammino del Concilio”, Pisa, Marzo 2012] il suo avvicinamento alla Comunità Parrocchiale di S.Stefano, negli anni ’70. Lei studiosa e ricercatrice nel campo delle Neuroscienze, che da Firenze si trasferiva a Pisa per incarichi prestigiosi nel CNR e trovava casa in Via Rosmini. La Parrocchia di S.Stefano che viveva in quegli anni una stagione di rinnovamento e di crescita, che assumeva una connotazione di ascolto, di ricerca, di condivisione nel Convegno “Mettiamoci insieme in cammino”, di cui ricorrono proprio in questi giorni i 40 anni. Convegno svoltosi a Calambrone dal 30 Settembre al 2 Ottobre 1977, che si prolungò nel tempo con gruppi che mantennero viva la fiamma accesa in quei tre giorni, con l’impegno a percorre le piste dell’evangelizzazione, della catechesi, della missione, del servizio. I gruppi cosiddetti “di Calambrone”.
Adriana fu da sempre animatrice di questi gruppi di adulti e giovani, una catechista preziosa, che sapeva annunciare e testimoniare in profondità, ma nello stesso tempo in maniera semplice e umile.
Parallelamente, Adriana è stata a S.Stefano l’apripista per l’esperienza della catechesi per il Battesimo (v. il suo contributo sul quaderno: “22 anni un cammino”, Pisa, Gennaio 1989). Ha seguito decine e decine di famiglie, dedicando tempo, con sapienza e con pazienza, all’accompagnamento dei genitori, in preparazione al Sacramento, ma soprattutto dopo. Con quanta dedizione ha realizzato nel tempo delle visite periodiche alle famiglie dei battezzati, “cercando di mantenere vivo con loro il contatto di Fede stabilitosi in occasione del Battesimo” (queste sono parole sue…). E con quanta genuina gioia conclude il suo contributo, dal titolo <Quando nasce un bambino…>: “…tutti i genitori, i cui bimbi hanno ricevuto il Battesimo negli ultimi tre anni, vengono invitati a trascorrere un pomeriggio nella casa di Caprona, per un incontro di amicizia tra di loro e con il parroco e i catechisti”!
Vogliamo ripartire da qui, dalla consapevolezza che il seme gettato potrà germogliare indipendentemente dalla nostra volontà… ma siamo comunque chiamati a proteggerlo, innaffiarlo, coltivarlo…
E con questi sentimenti ci accingiamo all’incontro con don Severino del 27 Ottobre.
Giuseppe Meucci