Come annunciato, Lunedì 12 aprirà la mensa in favore dei senza fissa dimora.
In vista di questa apertura Giovedì 1 Ottobre si è tenuta la riunione organizzativa alla quale hanno partecipato diversi dei nostro volontari e rappresentanti delle parrocchie che collaborano con noi in questo prezioso servizio. Non merita certo spendere parole su di una riunione organizzativa, è interessante invece rendere note a tutti alcune riflessioni che don Emanuele Morelli, direttore della Caritas Diocesana, ci presentato in apertura dell’incontro.
La Carità, ci ha ricordato don Emanuele, è caratteristica basilare del cristiano, è il suo DNA, non si può parlare di cristianesimo se non si ha come criterio di pensiero e di azione l’impegno dell’attenzione ai bisogni dell’altro.
I bisogni, lo vediamo nelle persone che vengono alla nostra mensa, sono sempre gli stessi, bisogno di cibo ma spesso anche di casa, di lavoro, di considerazione, di accoglienza. Il fatto che vengano a chiedere un pasto caldo non è certo un fatto positivo, significa che ci sono tante situazioni difficili: alcune croniche, cioè persone che si presentano da anni, e questo significa che non riescono ad uscire dalla loro situazione di marginalità, altre nuove, segno che ci sono nuovi poveri, persone vittime della situazione di crisi o arrivate da noi spinte dalla disperazione della fame o della guerra.
Di fronte a questo fenomeno che non accenna a diminuire, la tentazione è quella di fermarci a parlare delle cause o delle responsabilità, oppure quella di dire che vadano a cercare altrove. Lo stesso era accaduto a Gesù quando gli apostoli gli avevano detto di congedare la folla perché andasse a cercarsi da mangiare. Ricordiamo tutti la risposta di Gesù “Date voi stessi da mangiare”. Sappiamo che con quel poco che gli apostoli hanno trovato ha mangiato un numero spropositato di persone. Questo cosa significa? Che il poco che viene “donato” si moltiplica. Anche oggi si può ripetere il miracolo della “condivisione”, questa è la logica del nostro operare .
La nostra mensa riparte perché sentiamo che oggi questa parola, “date voi stessi da mangiare” è rivolta a noi. Insieme a noi ci sono altri che sentono lo stesso invito, ecco che, come nel passato, ci sono sia singole persone sia gruppi di altre parrocchie che si affiancano a noi in questo prezioso servizio.
Sarebbe bello che questi bisogni cessassero, significherebbe che tante persone hanno trovato la soluzione ai loro problemi, ma purtroppo, non è così! Vediamo che c’è ancora bisogno di rispondere al Cristo che ci dice “date voi stessi da mangiare”. Non diciamo che è buonismo, facciamo così semplicemente perché siamo cristiani.