LA PAROLA DI DIO…

discerne i sentimenti e i pensieri del cuore!

(vedi Eb 4,12)

Qual è il futuro dei Gruppi di Ascolto della Parola?

C’è un’immagine (ricorrente) nella Bibbia, con l’invito a nutrirsi della Parola di Dio, che «per la bocca è dolce come il miele» (vedi il Profeta Ezechiele 3,3).

Si potrebbe dire che nella “locanda”, che è la Chiesa, c’è un allettante menù del giorno che comprende Parola e Pane. Non è un menù fisso: è variato ogni giorno e offre un piatto ricco, perché «la Parola di Dio è un albero di vita che da tutte le parti ti porge frutti benedetti» (vedi Efrem il Siro, Padre della Chiesa d’Oriente del IV secolo).

Ma come possiamo vivere tutto questo nel concreto dei nostri giorni, della nostra realtà personale e comunitaria? Come possiamo “assaggiare” la Parola? E per “gustarla” bisogna fare una preparazione? O comunque è riservata solamente a “palati fini”?

In effetti è solo dopo il Concilio Vaticano II che si è intrapreso un percorso di riavvicinamento tra la Parola di Dio e il Popolo di Dio. Se si erano create col tempo condizioni di distanza, che di fatto rendevano problematico il contatto tra il “semplice cristiano” e la Parola, viviamo oggi una situazione in cui pressoché in ogni casa c’è almeno una copia della Bibbia. Ma questo è sufficiente? O è solo un primo passo?

Quanti e quali sono i modi per “nutrirci” della Parola di Dio, a partire dal mettersi in ascolto? Qui ognuno può avere una sua esperienza, una sua risposta, e potrebbe fare una sua proposta.

Ascoltare con attenzione le Letture che vengono proclamate durante la Messa, che ogni settimana ci aprono nuovi orizzonti. Concentrarsi sull’omelia del celebrante, che spiega e commenta i brani presentati. Magari seguire Papa Francesco, che ogni domenica alle 12.00, prima della preghiera dell’Angelus/Regina Coeli, mette a fuoco, in maniera veramente avvincente, i temi principali della Parola del giorno.

Ma anche cercare personalmente commenti di esperti, che ci possano guidare per l’approfondimento della Parola. Studiare, acquisire conoscenze specifiche, puntando sulla verità dell’annuncio, per stare in  guardia da false interpretazioni. Riflettere, prendersi tempo, per far emergere dai brani proposti gli elementi più significativi. Fermarsi, fare una pausa, pregare in silenzio, per far germogliare i semi più nascosti nella Parola. Fare proprie alcune espressioni, alcune frasi della Scrittura (alcune le sappiamo già, con le preghiere che recitiamo più di frequente…), per poterle “rimuginare” e richiamare nei più diversi contesti.

Soprattutto vivere la Parola, mettere in pratica ogni giorno il messaggio di Amore che ci giunge dal Vangelo, per essere «un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia» (vedi Mt 7,24).

C’è poi una modalità per sperimentare insieme questo percorso di avvicinamento alla Parola di Dio: la proposta dei Gruppi di Ascolto della Parola, che viene realizzata da anni, in forme diverse, nella nostra esperienza comunitaria. E’ sicuramente un passaggio che può risultare decisivo, per favorire una assimilazione sempre maggiore della Parola per applicarla poi nelle scelte di fondo e nei singoli momenti della nostra vita.

Per questa esperienza viene spontaneo dire grazie ai nostri Preti, al Diacono Michele, a Juri e Maria Grazia, a chi ha offerto il proprio tempo per l’animazione dei Gruppi di Ascolto, dapprima nei locali parrocchiali, poi nelle abitazioni, ma anche nella casa delle Suore, o più recentemente utilizzando le piattaforme on-line. Negli ultimi tempi, per un insieme di motivi, la partecipazione è stata contenuta, ma è fuori discussione la ricchezza dei momenti vissuti.

Abbiamo insieme avvertito anche il contrasto tra l’annuncio della Parola e le realtà attuali, i tempi difficili che stiamo vivendo, come del resto troviamo preannunciato anche nel libro dell’Apocalisse: «in bocca lo sentii – il libro della Parola – dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza» (vedi Ap 10,10).

Giunti alla inevitabile pausa estiva degli appuntamenti comunitari, nel fare il punto della situazione per le esperienze fin qui condotte, ci chiediamo quali potranno essere le modalità da riproporre alla ripresa, per far sì che anche questo aspetto non secondario della vita dell’Unità Pastorale possa riacquistare vigore, nell’alveo del cammino sinodale.

Come? Quando? Dove? Ognuno può esprimere la propria esigenza, la propria proposta, la propria scelta. Perché, alla fine, nella locanda dove ci si nutre della Parola di Dio c’è un posto per tutti e per ciascuno.

Giuseppe Meucci