“Aiutaci a ricordarci che essere perdonati vuol dire anche,
con il Tuo aiuto,
imparare a perdonare gli altri.”
Questa è una frase della preghiera con la quale abbiamo concluso la festa del perdono per il gruppo Emmaus sabato 27 febbraio nella chiesa de I Passi.
Abbiamo riflettuto insieme, nelle settimane precedenti, durante gli incontri in remoto di catechismo, sulle tre parabole che Gesù ci ha raccontato nel Vangelo: il Padre buono, la pecorella smarrita e Zaccheo.
Giovedì 25, in un incontro speciale in presenza nella chiesa di San Pio X, i bambini sono stati aiutati da don Carlo a prepararsi al sacramento.
L’armonia e l’allegria instaurata in presenza sabato tra bambini, genitori, catechisti e parroci sono servite come avvicinamento consapevole a quello per cui da tempo si preparavano i bimbi, cioè la prima confessione.
Sulle sedie i bambini, riuniti in due grupponi in due turni (causa covid), profondamente consapevoli che nella riconciliazione le mani del sacerdote sono l’abbraccio misericordioso del Padre che ci ama, perdona le nostre mancanze/i nostri errori e ci accoglie sempre ogni volta che cadiamo, attendevano un po’ trepidanti il loro turno.
Noi catechisti abbiamo percepito in ognuno dei bimbi, nei loro occhi diverse emozioni: paura di confessarsi, agitazione di sbagliare qualcosa, ansia di essere rimproverati, impazienza che arrivasse il loro turno, voglia di liberarsi da un peso, un po’ di vergogna per i peccati da dire…
Vi doniamo adesso le parole suscitate nei cuori di alcuni bambini
Vincenzo: ero preoccupato e chiedevo ai miei genitori quali potevano essere considerati peccati, però dopo ero soddisfatto e per niente
Aurora: prima della confessione ero emozionatissima, tutti i miei amici mi dicevano che era come parlare con un amico. Il prete allora mi ha domandato per cosa volevo ringraziare Gesù e per cosa dovevo chiedere
Lorenzo: è stato un passo importante. Mi vergognavo un po’ a confessarmi, ero felice perché sono stato assolto dai miei peccati. Poi però i catechisti sono riusciti a tranquillizzarmi. Alla fine ero
Mario: mi sentivo emozionato e, allo stesso tempo, preoccupato di dover raccontare le mie marachelle ad un’altra persona. Dopo essermi confessato, ho detto di sentirmi bene e di essere contento di essere stato
Alisia: mi sono sentita emozionata e mi è sembrato di rivolgermi ad una persona di fiducia.
Andrea: mi sono sentito libero dal peccato e più
Martina: mi sono sentita semplicemente super
Sara: mi sono sentita più
Alessandro: mi sono sentito in pace dopo essermi liberato del suo
Lorenzo: ho avuto una sensazione di liberazione, il mio stato d’animo è cambiato e mi sento pulito e
Paolo: sono felice di essermi “sbiancato” però in 10 anni, alla fine, non ho commesso così tanti peccati! Speriamo di continuare!
Rocco: mi sono sentito felice di essermi liberato dei miei peccati e di essere stato perdonato da Gesù.
Margheritae la sua mamma: abbiamo trovato e siamo state coinvolte da subito in un’atmosfera accogliente, allegra e serena; un modo semplice e coinvolgente per capire il senso della prima confessione.
Sofia: una bellissima esperienza, dopo la quale mi sono sentita libera e più leggera.
Riflessioni che, nella loro ingenuità, mostrano con tenerezza disarmante quanto i bambini sentissero l’importanza di questo sacramento. Il tutto accompagnato da un turbinio di sentimenti.
Qualche commento di alcuni genitori.
- Una mamma: un passo importante che forse loro hanno vissuto come noi all’epoca un po’ inconsapevolmente, quest’anno poi… Però le strade del Signore sono infinite e quindi sicuramente seguiranno la rotta giusta. Spero che continuino con la voglia e l’interesse che hanno
- Una mamma e un babbo: noi genitori siamo contenti che Mario abbia vissuto questa esperienza con serenità ed
Ecco che le parole giuste per concludere questo trafiletto di esperienze sono: