
Con l’apertura del Giubileo è possibile accogliere il dono dell’indulgenza. Già ci siamo detti e scritti cos’è il Giubileo e cos’è l’indulgenza. La domanda, adesso, è: come possiamo accogliere l’indulgenza?
Partiamo dalla risposta diretta. Per accogliere il dono dell’indulgenza è richiesto:
- Pellegrinaggio alle Basiliche Maggiori di Roma (S. Pietro, S. Paolo fuori le Mura, S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore) o alla propria Cattedrale o alle chiese giubilari di ogni diocesi (da noi: Santuario di Madonna dell’Acqua a Cascina e Duomo di Pietrasanta.
- Confessione Sacramentale
- Comunione Eucaristica
- Padre Nostro, Ave Maria e Gloria per il Papa
- Professione di fede
Attenzione: chi – per motivi di anzianità o malattia – non potesse vivere il pellegrinaggio, può comunque ricevere il dono dell’indulgenza soddisfando le altre condizioni.
E fino a qui la «questione tecnica». Il perdono, però, non è affatto – e lo sappiamo bene – una «questione tecnica».
Innanzitutto è essenziale la disposizione del cuore: davvero dobbiamo avere il desiderio di convertirci, di cambiare vita, di essere sempre più fedeli al Vangelo.
Il peccato, poi, rovina la comunione. Ecco, allora, l’importanza della Confessione, dell’Eucaristia, della preghiera per il Papa e della Professione di fede. Questi sono tutti segni di comunione che si contrappongono alla logica del peccato che, invece, crea disgregazione interiore ed esteriore.
I segni sono importanti! Se regalo un mazzo di fiori, al centro dell’attenzione non c’è tanto quel mazzo di fiori, ma ciò che intendo dire con quel regalo, ossia «ti voglio bene!».
Lo stesso vale anche per la preghiera per ricevere il dono dell’indulgenza: non c’è nessun «tecnicismo magico», ma segni che dicono una disposizione del cuore!
Non ci dimentichiamo che tutto questo non è un atto puntuale, ma un cammino: la confessione e l’indulgenza sono tappe importanti del nostro cammino di conversione. Ed ecco, allora, il senso del pellegrinaggio: visitando la cattedrale (fisicamente o spiritualmente) noi esprimiamo il desiderio di metterci in cammino, di avere il Signore Gesù come mèta della nostra esistenza.
E, ancora, una domanda: ma perché proprio queste condizioni per ricevere l’indulgenza? Chi lo ha stabilito? E qui la risposta è: la Chiesa! Gesù ha affidato a Pietro il mandato di rimettere i peccati in suo nome. La Chiesa, così, è custode e serva di questo mandato, stabilendo concretamente come poter accogliere il perdono di Dio e l’indulgenza per tutti i peccati. E anche qui si torna ancora una volta al tema della comunione: la Chiesa, infatti, è il corpo stesso di Cristo. Cristo è il capo e la Chiesa – ossia tutti noi – siamo membra di questo corpo, tutti in comunione gli uni con gli altri. E – come San Paolo ci ricorda – ogni membro ha la sua funzione, per cui il Papa, successore di Pietro, ha anche la funzione di stabilire – sempre su mandato di Gesù e in comunione con tutta la Chiesa – come poter ricevere l’indulgenza!
Non dimentichiamo, infine, che questa comunione non abbraccia solo la Chiesa della terra, ma anche quella del Cielo: siamo un unico corpo anche con coloro che hanno attraversato la morte! Pertanto, ricordiamo che l’indulgenza può essere applicata per se stessi, ma anche per i defunti (sempre alle medesime condizioni)! Davvero un altro grande dono di grazia!
E allora, buon cammino di conversione! Ancora buon anno giubilare!
don Federico e don Carlo