A quattro anni dalla morte, la memoria di una donna speciale.
Proprio così: a S. Stefano vogliamo pensare ad Adriana come ad una persona viva, come ad una compagna di viaggio che con il suo sorriso ci sostiene e ci illumina nelle nostre giornate, in cui si intrecciano studio, lavoro, impegno, ricerca, preghiera, servizio, gioco, incontri, relazioni…
Ma il tempo è inesorabile, e a causa degli anni trascorsi molti che oggi frequentano la parrocchia non hanno avuto una conoscenza diretta di Adriana.
È bello, allora, oltre che opportuno, richiamare alcune caratteristiche di questa nostra sorella maggiore, perché la possiamo sentire davvero vicina.
Una serie di testimonianze libere sono state raccolte in un volume pubblicato nell’ottobre 2018, dal titolo “Adriana Fiorentini a Pisa 1968-2016. La bellezza di un cammino tra scienza e fede”. Alcune copie di questo volume sono ancora disponibili presso la segreteria della Parrocchia di S. Stefano.
Partendo da queste testimonianze possiamo disegnare il ritratto di una donna sensibile e determinata, dotata di una levatura scientifica di prim’ordine e capace di rapportarsi in maniera semplice con chiunque, fondata su una fede solida in Gesù e disponibile ad un dialogo aperto con tutti.
La parabola di Adriana parte da Milano, dove vive l’infanzia e l’adolescenza; dopo un periodo di circa venti anni trascorso a Firenze, giunge nell’epoca della maturità a Pisa, dove si svolge la seconda metà della sua vita. Ed è nell’ambiente di lavoro e di ricerca al CNR e nella realtà ecclesiale della parrocchia di S. Stefano e della Diocesi che molte persone hanno la fortuna di incontrarla, in occasioni diverse, ma tutte significative.
Adriana amica di famiglia, pronta a entrare in sintonia – lei che non è stata madre – non solo con gli adulti ma soprattutto con i più piccoli, accompagnandoli con tenerezza nella crescita e nel percorso di fede.
Adriana ricercatrice intelligente, tenace e razionale nella conduzione di un progetto, leader naturale del gruppo di lavoro e insieme dotata di una squisita empatia verso colleghe ed allieve. Una compagna di lavoro che tutti abbiamo sognato di avere.
Adriana semplicemente donna di fede, consacrata al Signore fin da un lontano 8 dicembre, in tutta la sua vita ha tracciato in maniera discreta una scia luminosa, che ha contraddistinto il suo modo di essere e di rapportarsi con gli altri con granitica delicatezza.
Adriana catechista appassionata, sempre pronta a prendere per mano la persona, il gruppo, il catechista più giovane, per vivere insieme la splendida avventura dell’annuncio del Vangelo e della maturazione nell’esperienza di fede.
Adriana sempre pronta a condividere, con pazienza ed entusiasmo, i suoi tesori di cultura e i suoi talenti di umanità, nelle comunità scientifiche ed ecclesiali di cui è stata partecipe, promuovendo tra l’altro il sostegno concreto a studenti universitari provenienti da paesi in difficoltà per conflitti bellici o problemi economici.
Adriana che porta nella nostra esperienza quotidiana un soffio di gioia, di bellezza, di spiritualità. Che testimonia una luminosa vicinanza con Dio e che si fa ponte su cui ciascuno di noi può intraprendere un cammino di conversione e di vita nuova.
Adriana che (sono parole dell’Arcivescovo nelle Indicazioni Pastorali “Dalla Chiesa Terrena alla Chiesa Celeste”) <ha mostrato il volto bello della fede e della fecondità della speranza cristiana, dando una indelebile testimonianza di fede e di vita piena, offrendo un esempio indimenticabile di fedeltà al Vangelo>.
Per tutto questo, facendo memoria di Adriana, siamo lieti di poter vivere l’Eucarestia, presieduta dal nostro Arcivescovo nella Chiesa di S. Stefano e.m., il giorno 8 marzo, Seconda Domenica di Quaresima, in cui il Vangelo (Mt 17,1-9) ci propone l’episodio della Trasfigurazione.