Da San Piero a Montenero… a piedi!

Parlandone come si fa del più e del meno, raccontare d’aver percorso la strada da San Piero a Grado fino a Montenero in pellegrinaggio potrebbe suscitare reazioni diverse nei nostri interlocutori. Qualcuno esprimerà la sua ammirazione per la nostra prestazione; altri non tratterranno il proprio scetticismo di fronte a questa scelta poco usuale rispetto all’andarci in auto (soli, con la famiglia, con amici, ecc.) o con i mezzi pubblici. Qualcuno potrebbe addirittura dirci che, per il tipo di vita che fa, 23 km e più a piedi se li macina comunque ogni giorno in città per andare a lavoro o per accompagnare i figli a scuola ed alle varie attività che praticano.

Sarà vero. Ma, prescindendo un momento dalla matematica coincidenza che il gruppo dei pellegrini contasse tredici persone: camminare affannandosi anche perseguendo obiettivi degni di tutto rispetto non è la stessa cosa che intraprendere un pellegrinaggio.

Oltre alla tradizionale devozione verso la Madonna apparsa a Montenero nel 1345 e patrona della Toscana, ciascuno di noi si è portato dentro una preghiera, un ringraziamento, un perdono da chiedere: un pezzettino della propria vita da votare alla Santa Madre di Dio curandosene come si fa di una piantina appena svasata, camminando non incalzati dalla frenesia dell’agenda, ma dalla consapevolezza che muovendo quei passi qualcosa si è attiva spiritualmente a prescindere dal risultato. Un incedere non più impegnato a guardare ad altezza d’uomo il mondo intorno a noi, bensì un camminare che vede altro ed oltre: dentro se stessi e la nostra speranza tra i fratelli.

Ognuno di noi ha poi avuto modo di calare giù le sue carte in questo cammino: si è presentato a chi non conosceva, si è ritrovato con chi non si rivedeva da un po’, ha camminato con gli amici di sempre. Gravati forse una caviglia dolorante o dalle ginocchia che avrebbero voluto piegarsi sulla salita finale, ma liberi come i passeri che a sera trovano sempre un posto per dormire e qualcosa da mangiare. Uno stormo di passeri.

Alla fine della fiera, può darsi che l’importanza comunitaria del pellegrinaggio superi la sommatoria dei propri personali voti e che si riassuma nel percorso in sé, nell’aver iniziato il cammino. Insieme.

Domenico Parducci