La città brilla di luci, ovunque ci sono alberi addobbati e perfino splendidi presepi. Se andiamo nei supermercati la frenesia delle compere si taglia con il coltello. Ormai siamo tutti presi da domande come «come ti organizzi per il pranzo di Natale?» o «ma per Capodanno cosa fai?». Per non parlare delle pubblicità e delle serie TV tipiche di questo periodo… tra qualche lacrima che scende e ottimi pandori e panettoni!
Qualcosa contro tutto questo? In realtà no! Anche nella nostra comunità abbiamo fatto il presepe, gli alberi, addobbato tutto con lucine di Natale e ci stiamo perfino preparando ai grandi pranzi e alle grandi cene (proponendoci di metterci a dieta da Gennaio…!). Però, nessuno deve dimenticare una cosa: ha senso festeggiare il Natale se prima di tutto ci disponiamo ad accogliere il Dio che viene nella nostra vita; ha senso fare il presepe se ci ricordiamo che il Signore e Messia ha scelto la povertà della nostra natura umana perché fosse colmata l’abissale distanza tra Dio e gli uomini; ha senso addobbare l’albero se anche noi siamo disposti a rivestirci di Cristo e ad essere uomini e donne nuove; ha senso scambiarci gli auguri (meglio se di persona che con i messaggi «copia-incolla» su whatsapp) per ricordarci che siamo chiamati alla relazione e, con essa, al dialogo, all’incontro con il diverso da noi, all’accoglienza, al perdono reciproco.
Se vivremo tutto questo allora sarà davvero Natale! Prepariamoci ad accogliere l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Nella nostra comunità non mancano le occasioni: in primis l’Eucaristia domenicale, fonte e culmine di tutta la vita cristiana; i gruppi biblici, dove ci disponiamo all’ascolto di quella Parola che si fa carne; le tante espressioni caritative presenti in mezzo a noi; ma, soprattutto, non dimentichiamo l’incontro con il Signore nel Sacramento della Riconciliazione. Non troviamoci all’ultimo, un secondo prima della Veglia di Natale. La confessione è una cosa seria, è ricevere un abbraccio di misericordia da parte di Dio che ci rinnova la sua fiducia e che ci ricorda che quell’abbraccio è costato il sacrificio della croce. In preparazione al Natale ci saranno i sacerdoti a disposizione in più giorni e più orari: cogliamo l’occasione e, magari, che questo diventi stimolo per iniziare a fare nostro lo stile della confessione frequente e della direzione spirituale.
Prepariamoci al Natale personalmente, nelle nostre famiglie, andando incontro a tutti coloro che vivono la solitudine, la malattia, la sofferenza, la non accoglienza.
Questo significa vivere il Natale! Questo significa accogliere la grazia del Signore che non si limita a poche ore ma che, se noi lo vogliamo, può cambiare la nostra vita!
Buona preparazione ai santi giorni del Natale!
Don Carlo e Don Federico