“Se tu non mi parli, io sono come chi scende nella fossa” (salmo 27)

In questi ultimi tempi molti cristiani, giovani e adulti, si sono aperti in modo nuovo alla Parola di Dio.

Si può ben dire che lo Spirito ha risvegliato e sta risvegliando in molti cuori un autentico amore alla Sacra Scrittura.

È un segno che riempie di gioia e di speranza.

Il Covid ci ha segnato duramente, ma sono certo che i Gruppi Biblici – in presenza – che erano nati nella nostra Unità Pastorale ritorneranno presto e più forti di prima. Per ora accontentiamoci di incontrarci…sulla rete.

Io non perdo la speranza; e proseguo costantemente nell’istruzione anche prima di inviare ogni mercoledì la mia riflessione sul Vangelo del giorno.

Perché lo sappiamo, non è sufficiente saper leggere per capire la Bibbia in modo corretto. Conoscere molti vocaboli, non vuol dire parlare una lingua… così, leggere la Bibbia non è ancora comprenderla nella sua verità.

Forse i pericoli più frequenti e più gravi sono il cattivo uso dell’intelligenza e la lettura individualistica della Bibbia. Una lettura sradicata dalla Chiesa è il leggere la Bibbia da soli, con la presunzione di capire e magari giudicare la Chiesa dall’alto del proprio piedistallo. È il non rendersi conto che la Bibbia e la Chiesa non vivono se non l’uno nell’altra.

La vera lingua della Bibbia non è l’ebraismo o il greco ma l’Amore. Dio conosce solo questo linguaggio, benché capisca tutte le lingue parlate sulla terra. La Parola di Dio – tutta – è una Parola d’Amore.

Diacono Michele