Ultima domenica di Gennaio: Giornata AIFO

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AIFO: cosa significa questa sigla? Perché questa giornata? Quali gli obiettivi? Ha ancora significato?

In modo semplice e diretto cerchiamo di rispondere a queste domande.

AIFO: “Associazione italiana amici di Raoul Follereau”.

Raoul Follereaul, filosofo, giornalista, poeta francese, nel 1935, durante un viaggio in Africa, viene a contatto con la terribile realtà dei malati di lebbra. Scioccato da ciò che ha visto, Follereau ritorna in Francia per fare qualcosa per quei “sepolti vivi”, per coloro che chiama la “sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia”. Insieme ad una suora, Madre Eugenia Ravasio, si adopera incessantemente, con articoli e conferenze, per far conoscere questa triste realtà; la sua opera sfocerà, nel 1953, nella fondazione, in Costa d’Avorio della “città dei lebbrosi”.

Noi vogliamo continuare a proporre questa giornata perché sappiamo benissimo che questa malattia colpisce ancora – ci dicono le statistiche – oltre un miliardo di persone. È una delle malattie tropicali più diffusa e più conosciuta ma purtroppo poco considerata anche se colpisce un numero così alto di persone, una malattia che può essere fermata, anche se non completamente guarita, se diagnosticata e curata precocemente. È causata soprattutto dalla mancanza di igiene, dalla povertà e da un’alimentazione poco adeguata.

A noi cosa viene chiesto? Un piccolo sforzo per non dimenticarci degli ultimi. I catechisti insieme ai ragazzi del 2° anno del cammino verso la Cresima offriranno delle confezioni di miele e altri prodotti chiedendo un piccolo contributo per l’acquisto.

Sappiamo bene che  il margine di guadagno sarà piccolo ma, messo insieme a quello di tanti altri banchetti in Italia, contribuirà all’acquisto di medicinali per la cura dei lebbrosi.