Ancora qualche parola sulla ministerialità…

Dalla nota pastorale dell’Arcivescovo sui ministeri istituiti (2023)

Solitamente si è soliti fare riferimento a quattro tipi di ministero nella Chiesa:

  • i ministeri vissuti dai ministri ordinati, ossia i Vescovi, i Presbiteri e i diaconi che hanno ricevuto l’Ordine Sacro;
  • i ministeri istituiti, vissuti dai laici in forza del battesimo e di una istituzione conferita dal Vescovo con carattere di stabilità;
  • i ministeri «straordinari», vissuti in forza di un mandato del Vescovo;
  • i ministeri «di fatto», ossia quelli vissuti da coloro che «senza titoli ufficiali compiono, nella prassi pastorale, consistenti e costanti servizi pubblici alla Chiesa».

Tutti questi ministeri non si escludono a vicenda, ma anzi sono tra essi segno di comunione. Inoltre, gli stessi ministeri sono e devono anche essere segno di una costante condivisione della Chiesa delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini e delle donne di oggi, soprattutto dei poveri e di coloro che soffrono. La Chiesa, così, mediante i ministeri, si pone a servizio del bene comune, indicando attraverso di essi alcune vie per vivere – in risposta alla vocazione ricevuta – in modo pieno e autentico la propria esistenza.

Come ricordando le Premesse della Conferenza Episcopale Italiana riportate nel Pontificale Romano, Istituzione dei ministeri, consacrazione delle vergini, benedizione abbaziale, nella parte della Istituzione dei Ministeri, al numero 1: «ciascun ministero istituito ha un suo inserimento specifico nella Chiesa locale, come manifestazione autentica della molteplice iniziativa dello Spirito che riempie e vivifica il corpo di Cristo». Tali ministeri, pertanto, saranno esercitati su mandato del Vescovo e in comunione con il Parroco e la comunità cristiana.

Due recenti novità riguardano i ministeri istituiti: la prima è che il Motu Proprio «Antiquum Ministerium» (2021) di Papa Francesco riconosce anche quello del catechista come ministero istituito accanto a quello dei lettori e degli accoliti; la seconda è che tutti e tre i ministeri istituiti (lettorato, accolitato e catechista) possono essere esercitati da ogni fedele in forza del Battesimo, superando così – con un altro Motu Proprio di Papa Francesco, ossia «Spiritus Domini» (2021)» – la restrizione di «Ministeria Quaedam» (1972) di Papa Paolo VI, che riservava l’istituzione del Lettore e dell’Accolito ai soli uomini.