«La musica è finita, gli amici se ne vanno…». Queste parole di una celebre canzone del 1967 hanno risuonato spesso nella mente di noi sacerdoti durante le diverse serate che si sono susseguite nel nostro salone parrocchiale nel corso della settimana di Festa in onore della Madonna Addolorata appena trascorsa.
La canzone a cui facciamo riferimento sottolinea quel clima di serenità che si vive dopo che la stanza – nella quale fino a un attimo prima c’era la musica della festa e le tante voci – ad un certo punto si svuota: è lì che, di solito, si gusta la bellezza di quanto è avvenuto: si parla di chi c’era e di chi non c’era, di come sono andate le cose, se il cibo era buono, se la gente si è divertita e così via… Ma cosa c’entra tutto questo con la Festa della Madonna? C’entra… e come!
A settimana conclusa, a festa finita, la musica si è spenta e siamo passati (come è giusto che sia) dalla festa all’ordinarietà della vita comunitaria: catechismo, attività, riunioni, e così via. E’ questo, allora, il momento propizio per due parole di bilancio. Anche noi ci sediamo virtualmente su una sedia, vediamo le stanze da riordinare (questo anche non troppo virtualmente) e ci sentiamo di fare un commento molto sereno: «a questa festa c’eravamo proprio tutti… i ragazzi del catechismo, i giovani, i volontari, gli anziani, i ministri della comunione, l’apostolato della preghiera… c’eravamo proprio tutti… mancava solo la PARROCCHIA!». Che significa?! L’impressione che abbiamo avuto è che le giornate fossero partecipate soltanto da coloro che animavano la Messa del giorno… e poco di più! L’icona di questo pensiero è la serata dei giovanissimi e dei giovani: guardando dall’altare, la fila di panche a sinistra era pressoché piena di giovanissimi e giovani (e questo riempiva davvero il cuore), ma quella di destra era riempita soltanto da cinque o sei persone della comunità. In altre parole, l’idea è che, al massimo, si sia venuti solo alla «nostra» serata… e niente più! E’ un problema questo? Forse, anzi, secondo noi si! Ringraziamo, intanto, che almeno un giorno alla settimana la gente abbia partecipato, tuttavia la riflessione che facciamo è: le cose sono state organizzate a puntino; la messa era quasi sempre alle 18.30 per permettere anche a chi lavorava di partecipare; le iniziative sono state le più svariate… perché allora eravamo così in pochi? Tranquilli! Questa riflessione non vuol essere una brontolata (ci mancherebbe!) né tantomeno una paternale (figuriamoci!). Come preti della nostra comunità, e quindi – ci sia permesso – come Vostri preti – ci sembra importante iniziare l’anno con il passo giusto… facendo tesoro proprio di quanto vissuto la scorsa settimana.
Dopo averci ampiamente riflettuto insieme, abbiamo convenuto che il problema sono i tanti impegni delle famiglie: le giornate piene di tante cose, il lavoro, l’università, lo sport, i figli da prendere e portare, gli anziani, una serata che uno può anche essere più stanco… i motivi, a nostro avviso sono solo questi. Il problema, allora, dov’è? Il problema, secondo noi, è che dobbiamo vigilare su un meccanismo che, altrimenti, rischia di sfuggirci di mano. E’ vero, gli impegni sono infiniti e stressanti, tuttavia, o abbiamo ogni tanto la capacità di scendere dal treno della routine che corre a 300 km/h tutti i giorni, oppure ci troveremo per tutta la vita a essere trasportati, senza però mai avere il comando delle nostre scelte.
La nostra preoccupazione sta nel fatto che quanto vissuto per la settimana di Festa della Madonna possa essere vissuto anche in tutti gli altri aspetti della vita. La routine corre, ma DOBBIAMO trovare il tempo per curare i nostri affetti, le nostre relazioni, e perfino i nostri interessi. La relazione è come la lampada a olio di cui parla il Vangelo: o si alimenta, oppure, alla fine, si spegne. Ciò vale per tutte le relazioni: se tra moglie e marito non ci cura la relazione, non si trova il tempo per stare insieme, e perfino per perdere tempo insieme, stiamo sicuri che prima o poi il rapporto ne risentirà! E questo può essere detto per mogli, mariti, fratelli, sorelle, amici… e perfino anche con Dio! Anche con Dio la relazione è qualcosa da alimentare costantemente, altrimenti prima o poi ne risentirà. E’ questo il messaggio che vorremmo lasciare: prendiamo più a cuore le nostre relazioni sia con l’“altro” con la “a” minuscola che con l’“Altro” con la “A” maiuscola.
In conclusione, volendo fare un bilancio della settimana di Festa della Madonna, diciamo pure che non ci resta che ringraziare: riteniamo infatti che un bel frutto spirituale che potremmo aver ottenuto è proprio questo: renderci conto della fatica, ma anche della bellezza della relazione.
Don Carlo e Don Federico