La Pasqua appena trascorsa rappresenta un apice nella vita della Chiesa: tutti i misteri che celebriamo dipendono da essa. E’ dal mistero di Cristo morto e risorto che scaturiscono i sacramenti, segni efficaci dell’opera di Dio nella vita di ciascuno di noi.
Ed ecco che, allora, la nostra comunità si sta preparando a vivere due sacramenti importanti: l’Eucaristia, che per la prima volta, Domenica 15 Maggio, riceveranno 39 bambini e bambine e la Cresima, l’8 Maggio in Cattedrale per i nostri ragazzi e, la settimana successiva, sempre in Cattedrale, avremo la celebrazione dello stesso sacramento per 15 adulti.
Questi appuntamenti non sono riservati solo ai diretti interessati e agli invitati alle varie feste: sono passi che tutta la comunità compie. Più volte abbiamo riflettuto sull’immagine paolina del corpo e delle membra: ecco che, pertanto, se un membro vive qualcosa di importante, tutto il corpo la vive con lui!
Per prima cosa sarà importante la preghiera: l’opera di Dio non si compie «magicamente», ma c’è bisogno sempre e comunque della collaborazione dell’uomo. Talvolta questa è difficile ed ecco che pregare gli uni per gli altri è un ottimo sostegno, è una comunione d’intenti è un aiuto prezioso per fare «gioco di squadra».
La seconda cosa è la testimonianza: in una comunità il più grande è sempre chiamato ad aiutare il più piccolo. E questo non solo in termini «anagrafici» ma anche, e soprattutto nell’impegno catechetico: vivere dei sacramenti vuol dire aver bisogno di qualcuno che m’introduca a farlo, che accompagni il mio cammino che mi si faccia compagno di viaggio, che, molto semplicemente, mi parli del Signore, non tanto a parole, ma anche e soprattutto… con la sua vita!
La terza cosa è la collaborazione nelle moltissime cose pratiche da sbrigare, negli aspetti tecnici e organizzativi. La festa che vivono questi bambini, ragazzi e adulti è la festa di fratelli e sorelle nella fede: per tutti loro siamo chiamati a dare il meglio!
La quarta cosa è la disponibilità a crescere insieme. Certe occasioni sono importanti anche per le tante persone che accorreranno, ognuna con la sua storia, il suo bagaglio, le sue motivazioni, le sue distanze più o meno grandi dalla Chiesa. Eppure, è nell’incontro con l’altro che si cresce, ci si arricchisce. Avremo tutti bisogno di vivere l’ospitalità, di aprire le porte della nostra casa in queste occasioni, di avere grande rispetto per l’altro certi che, da chiunque incontriamo, c’è sempre qualcosa da imparare.
Infine, come recitava la canzone di Ornella Vanoni, arriverà il momento in cui «la musica è finita, gli amici se ne vanno», e di tutto questo cosa rimarrà? L’augurio è che ciascuno di noi sia abitato da sentimenti contrastanti: l’appagamento per il bell’incontro che abbiamo vissuto con il Signore, ma anche un senso di sete, di desiderio di portare lo straordinario nella spicciola quotidianità.