La celebrazione della Passione di Gesù attraverso la pia pratica della Via Crucis è stata, da secoli, il modo in cui il popolo cristiano ha voluto contemplare il Cristo che, per amore, si è donato fino a morire per noi sulla croce. Anche oggi la partecipazione a questa celebrazione, sempre viva e toccante, è un modo significativo per far crescere in noi i sentimenti di amore e di riconoscenza a Cristo.
E’ importante tener sempre presente che il punto culminante della storia della salvezza è il dono che Cristo fa di se stesso; meditando il suo cammino verso la croce al seguito degli evangelisti siamo chiamati a dare una risposta concreta alla nostra vocazione d’amore. Se questo fatto ci interroga allora non possiamo rimanere indifferenti o spettatori come se questo fosse solo un avvenimento lontano nel tempo.
L’altro aspetto fondamentale della celebrazione della Via Crucis è l’invito a sentirci solidali con il dolore dell’umanità, ma non di un’umanità astratta e generica, ma di quella vicino a noi, delle persone che incontriamo, è l’invito a farci vicini, come ha fatto Cristo, ad ogni uomo che soffre per alleviare, nei limiti del possibile, ogni sofferenza.
Un altro aspetto da non sottovalutare: il nostro modo di pensare e il nostro agire sono spesso guidati dalle emozioni e dai sentimenti; percorrendo il cammino della croce è facile sentirci toccati nei sentimenti e nella commozione per quest’Uomo che soffre, guardando a Lui siamo spinti a pensare ai tanti uomini che anche oggi soffrono ingiustamente, che sono anche loro martiri, a sentire che Cristo ha voluto donarsi per essere vicino a tutta l’umanità crocifissa.