«Misericordia et Misera»

papa francesco

Porta la data del 20 Novembre 2016 la lettera apostolica «Misericordia et misera» che Papa Francesco ha scritto a conclusione del Giubileo della Misericordia.

Il primo nostro sentimento, a Dio e al Papa è quello della gratitudine: grazie perché abbiamo potuto sperimentare la bellezza della misericordia, consapevoli che, come ha ricordato l’Arcivescovo in Cattedrale, chiudere le porte non ha voluto dire finire con la misericordia ma, semmai, affidarla, consegnarla perché permei tutta la nostra vita facendoci diventare così suoi annunciatori.

Ed è questa l’intenzione del Papa riguardo alla questione dell’aborto: dobbiamo stare attenti a non fraintendere. A cambiare è solo la disciplina canonica: «Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente» (M.M, 12). Ciò che si desidera sottolineare è che non esiste peccato che, riconosciuto, confessato e del quale si è veramente pentiti, non si possa assolvere. E anche l’aborto, a queste condizioni, è sempre stato assolto, solo che apparteneva ai cosiddetti «peccati riservati al vescovo». Solo lui e alcuni preti da lui delegati avevano facoltà di assolverlo. Gli altri dovevano chiedere il suo permesso per farlo o, in casi urgenti, potevano assolvere, ma poi comunicare comunque al vescovo semplicemente di aver perdonato a nome di Dio e della Chiesa questo peccato. La cosa che cambia adesso è solo che il prete può assolvere l’aborto senza dover ricorrere al vescovo: diciamo che si snellisce la pratica. Così com’è per il ministero del prete che, mediante l’assoluzione, viene rimossa anche la scomunica legata all’aborto e che si estende anche a tutti coloro che cooperano ad esso. Scrive Papa Francesco: «perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto» (M.M. 12).

L’altra bella novità è l’istituzione della Giornata Mondiale dei Poveri da celebrarsi in tutta la Chiesa Universale la domenica precedente a Cristo Re: «sarà la più degna preparazione per vivere la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il quale si è identificato con i piccoli e i poveri e ci giudicherà sulle opere di misericordia» (M.M. 21).