Per noi sempre “don”!

900 anni – anzi di più… si è già detto – non era un riferimento cronologicamente rigoroso, ma un’occasione, pur storicamente documentata, per celebrare la continuità di fede tra i muri e le colonne della nostra chiesa parrocchiale, dedicata al primo cristiano che ha testimoniato la propria fede a costo della vita: Santo Stefano, proto- cioè primo-martire.

Il giorno di S.Stefano è quindi per noi parrocchiani non solo la festa segnata sul calendario ma anche un momento per sentirci una grande famiglia (adesso anche con tutti i membri dell’Unità Pastorale) estesa sul territorio ed estesa nel tempo, con chi ha vissuto qui un po’ della sua vita e tra questi chi ha servito questa comunità come pastore di anime, parroci e cappellani.

Qualcuno di noi, tra i più “maturi”, negli anni della propria giovinezza ebbe l’occasione di conoscere e diventare ben presto amico di un giovane, appena ordinato sacerdote, proveniente dalla zona di Barga, che per 4 anni è stato cappellano in S.Stefano, quando era parroco, o meglio, priore Mons. Angelo Fontana e, nell’ultimo anno, Mons. – ma per noi sempre “don” – Waldo Dolfi; il giovane cappellano era don Lorenzo Baldisseri.

Per noi sempre “don”…  È inevitabile, quando l’amicizia si fa più profonda, passare sopra i titoli. Così quando, dopo gli studi fatti a Roma, don Lorenzo è diventato Monsignore ed ha cominciato a frequentare le nunziature apostoliche per il mondo, per noi era sempre “don Lorenzo”; e quando fu ordinato Vescovo nella nostra Cattedrale, e Nunzio Apostolico in varie sedi tra cui Haiti, Giappone e Brasile, e infine quando il 22 febbraio 2014 Papa Francesco lo ha nominato Cardinale, lui è rimasto “don Lorenzo”.

Dunque per celebrare nel modo più festoso possibile questa particolare ricorrenza di Santo Stefano, il Consiglio Pastorale ha pensato di invitare a celebrare la Messa solenne Sua Eminenza il Card. Baldisseri… il nostro don Lorenzo. Con lui hanno concelebrato il nostro Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, l’altro storico cappellano di Santo Stefano, don Severino Dianich, ed altri sacerdoti del Vicariato nord-ovest.

Nella sua omelia don Lorenzo ha ripercorso i nove secoli di questa storica costruzione ricordando in particolare il fatto che ai tempi in cui lui celebrava messa in questa chiesa, l’aspetto era abbastanza diverso, con l’altare maggiore accostato alla parete di fondo, un altare provvisorio rivolto verso il popolo secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II e una balaustra che ancora separava il presbiterio; il rinnovamento e il restauro operato da don Waldo ancora dovevano venire. Così si è espresso il celebrante:

«Dobbiamo ringraziare Mons. Waldo Dolfi se la Chiesa come ora la vediamo è quella che risponde maggiormente all’identità della sua origine strutturale. E a lui, come a tutti i parroci e i sacerdoti che si sono succeduti lungo i 900 anni, ci sentiamo di dover rivolgere il più sincero ringraziamento per la tutela di questo tempio santo di Dio e per il prezioso lavoro apostolico della diffusione del Vangelo e delle opere di bene che essi hanno compiuto per le popolazioni che sono passate in questa Chiesa parrocchiale.»

Passando poi a parlare del nostro Santo Patrono, don Lorenzo ha ricordato che «il percorso di Stefano verso la pienezza e la contemplazione è stato rapido e sconvolgente. Quando esclama “contemplo i cieli e il Figlio di Dio alla destra del Padre”, fa una proclamazione che sembra valicare il limite della follia, una provocazione clamorosa, tanto che i suoi avversari si turano gli orecchi ancor più rabbiosi. Ma non si tratta di follia o di stramberia immaginativa. Stefano non è un folle, sa che il suo parlare è una condanna e che i suoi accusatori saranno ancor più crudeli, ma “pieno dello Spirito Santo” affronta con forza e coraggio la morte per lapidazione. Lo vediamo in ginocchio dinanzi ai suoi carnefici e come Gesù sulla croce li ha perdonati, disse: ”Signore, non imputar loro questo peccato”. “Detto questo, morì” (At 7, 60). E’ il primo martire. Santo Stefano Protomartire.»

Don Lorenzo ha ricordato poi che  «i nostri tempi non sono così differenti da quelli di Stefano martire”… “oggi più che mai vediamo come la Chiesa avanzi nell’evangelizzazione pur nelle difficoltà nel segno di tanti testimoni che con fermezza ed autenticità diffondono la fede fino a dare la vita. Le violenze, i conflitti, le guerre, specialmente quelle più vicine a noi, come la guerra in Ucraina mostrano quanto sia necessaria la presenza della Chiesa che porti un messaggio di speranza e di pace

Andando verso la conclusione, ci ha lasciato un grande incoraggiamento: «Come vorrei che questo 9° centenario divenisse il momento forte di un rinnovamento nello spirito missionario che deve animare la Chiesa. Allo stesso tempo gli avamposti collocati dal ministero di Papa Francesco circa il dialogo ecumenico e interreligioso di questi mesi passati porteranno certamente ad avere un impeto maggiore e un forte incoraggiamento per il successo dell’evangelizzazione e il lavoro comune per il benessere sociale e per la pace. Santo Stefano non ebbe paura di predicare Gesù, dette la testimonianza suprema della sua vita per la fede in Lui. Come sarebbe bello che anche noi potessimo risvegliarci un po’ dalla routine e dalla solita pastorale, dall’indifferenza e dal voler accomodarci e non rischiare.»

Del nostro senso di gioia e di gratitudine per la sua partecipazione a questa festa si è fatto portavoce don Carlo a conclusione della celebrazione, mentre il nostro Arcivescovo Mons. Benotto ha invitato il Cardinale Baldisseri a presenziare in Cattedrale la solenne Messa in occasione della festa patronale di San Ranieri, il prossimo 17 giugno 2023. Un appuntamento da segnare subito in agenda!

  Umberto Penco