Lo striscione che domenica 25 febbraio abbiamo portato in Piazza S. Pietro diceva proprio così. E con la trasmissione TV dell’Angelus, a mezzogiorno l’immagine dello striscione con la Torre pendente è entrata in ogni casa!
Perché siamo andati a Roma con il gruppo dei ragazzi del percorso Cresima? Per riandare alle radici del nostro essere chiesa. Per riaffermare ancora una volta che vogliamo camminare nella strada dell’amore, verso Dio e verso l’altro. Per riascoltare e quindi provare a rispondere alla misteriosa chiamata che dona senso alla nostra vita.
E tutto questo in gruppo, perché è insieme che possiamo crescere e metterci in gioco…
Un viaggio che si è snodato attraverso alcune tappe significative.
La prima. Sabato sera i ragazzi si sono lasciati coinvolgere e hanno servito gli ospiti alla mensa della Caritas nel Centro di Santa Giacinta. Scoprendo ancora una volta che, al dì là delle apparenze, di fronte abbiamo sempre persone, donne e uomini, con una storia, una dignità, un sogno da realizzare… E per tutti noi la sfida è di pensare, per ciascuno, un progetto, per dare prospettiva, senso e fiducia al tempo e alle giornate.
La seconda. La tappa in S.Pietro la domenica mattina, con l’animazione liturgica della Messa nella Chiesa di S. Anna, che è la parrocchia del Papa. E poi la preghiera dell’Angelus in Piazza. Che brividi quando Papa Francesco ha invitato a pregare insieme per tutte le persone che sono vittime della guerra in Siria: un minuto di silenzio che è sembrato fissare in una dimensione fuori dal tempo la folla presente, dilatando la forza e l’intenzione di ciascuno!
La terza. Nel pomeriggio di domenica il percorso nelle catacombe di San Callisto. Siamo stati guidati nell’intreccio dei corridoi nel tufo, con le pareti occupate dai loculi e punteggiate di iscrizioni e di rappresentazioni pittoriche. Attraverso le realtà e i simboli di tanti testimoni – martiri che hanno annunciato e vissuto il mistero della morte e della resurrezione. Abbiamo scoperto le catacombe come cimitero (dormitorio); come luogo di culto; come elemento di trasmissione della fede. Un richiamo alla realtà del chicco di grano che, caduto in terra, muore, e produce molto frutto! (Gv12,24)
Una due giorni intensa, in cui comunque non è mancato il tempo per “gustare” qualche aspetto della città di Roma che la rende unica: una visione notturna del Colosseo (tra l’altro nell’occasione illuminato di rosso per i cristiani perseguitati, su iniziativa della fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”), una passeggiata sui Fori Imperiali, una foto all’Altare della Patria…
Con la graditissima presenza di Lorenzo, il seminarista che svolge il suo servizio nella comunità: è stato un valido e prezioso compagno di strada per i ragazzi ma anche per noi catechisti.
Un grazie affettuoso alle ragazze e ai ragazzi che hanno accettato di vivere, con entusiasmo, questa esperienza.
L’augurio è che il viaggio prosegua e l’appuntamento con la Due Giorni possa ripetersi. Con il pensiero rivolto al Sinodo, che quest’anno avrà come tema proprio “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Giuseppe