A proposito di…moschea

microfono intervista

Tema molto dibattuto in questi ultimi tempi, qualcuno domanda cosa ne pensiamo, altri chiedono se abbiamo intenzione di prendere anche noi una posizione in merito a questa eventualità.

Su questo tema ero stato contattato per un’intervista dal giornale Il Tirreno (intervista pubblicata Sabato 27 Settembre). Per non correre il rischio di essere frainteso in un dialogo telefonico, avevo chiesto al giornalista di inviarmi le domande scritte, a cui avrei risposto.

Il Consiglio pastorale ha condiviso quanto da me espresso in quell’intervista e mi ha invitato a pubblicarla.

Riporto integralmente quanto scritto per quell’occasione: sia le domande che mi erano state rivolte dal giornalista, sia la premessa e altri piccoli passi che non sono stati pubblicati.

 

“Salve don Carlo,

le scrivo dalla mia mail privata.

Come le accennavo al telefono sto preparando un ritorno sulla questione della moschea che dovrebbe essere costruita nel quartiere di Porta a Lucca, ecco le mie domande:

  1. Pensa che sia opportuno costruire una moschea (posto che comunque la comunità islamica di pisa è presente da vent’anni e ha già un proprio centro di preghiera) a Pisa in questo momento storico?
  1. Cosa ne pensa del fatto che, come molti oppositori sostengono, quello non sia il luogo più appropriato data la vicinanza con un simbolo della cristianità come piazza dei Miracoli?
  1. Alla luce anche delle parole di Sua Santità che condannano qualsiasi omicidio in nome di Dio, quale esso sia, pensa che sarebbe un passo avanti verso l’integrazione con un Islam moderato a Pisa?

La ringrazio molto per la disponibilità.”

Luca Lunedì

 

 

  1. Per un problema del genere non credo giusto porre la domanda se questo sia il ”momento storico” più o meno opportuno, scelte del genere non riguardano solo il presente ma soprattutto il futuro, un edificio qualsiasi, una volta costruito, rimane nel tempo, tanto più una moschea con la funzione e soprattutto con il significato simbolico che ha.

Premesso questo è bene ricordare che siamo noi cristiani che parliamo di libertà religiosa, di conseguenza siamo convinti e affermiamo con forza che ogni gruppo religioso ha il diritto di esprimere la propria fede nelle forme che ritiene più opportune, sempre nel rispetto delle leggi, della libertà, della dignità e uguaglianza di ogni persona, maschio o femmina che sia, degli usi e tradizioni del paese in cui si trova.

A questo punto non credo fuori luogo chiedere a coloro che manifestano il diritto di costruire un proprio luogo di culto che anche da parte loro ci sia un riconoscimento reciproco, che cioè esprimano pubblicamente e con decisione che nei paesi da cui provengono venga riconosciuto e affermato lo stesso diritto, cosa che fino a questo momento non mi sembra sia stata fatta.

  1. Se la vicinanza a Piazza dei Miracoli sia il luogo sia più o meno appropriato, mi sento in dovere di far presente che nessuno di questa comunità si è opposto e neppure ha protestato per un caso identico: il luogo di culto e di incontro che i testimoni di Geova hanno costruito nel territorio della nostra parrocchia. Questo il comportamento nel passato e questo nel presente.

Se questa credo sia già una risposta sufficiente, sono del parere che tutti abbiano il diritto di  domandare agli esponenti della comunità islamica di Pisa, più che a coloro che hanno il compito istituzionale delle scelte urbanistiche, se questa sia la scelta migliore o se, invece, ci possano essere altre zone che da un punto di vista simbolico abbiano minore rilevanza per la comunità cristiana.

  1. Per quanto riguarda l’integrazione; non c’è bisogno di scomodare il Papa per fare un’affermazione del genere, qualsiasi persona ha bisogno di sentire che coloro che gli vivono accanto condividono gli stessi valori di rispetto della persona, libertà, dignità ecc… questo si chieda prima di un luogo di culto.

 don Carlo