Riflessione sull’Evangelii gaudium

Barbara Pandolfi

Resoconto dell’incontro di riflessione dei membri del Consiglio Pastorale sull’esortazione del Papa Evangelii gaudium

Il giorno 19 Gennaio, nei locali della Casa delle Suore Francescane di Pisa si sono riuniti i membri del nuovo Consiglio Pastorale per una riflessione sull’esortazione Evangelii gaudium di Papa Francesco, guidati dalla teologa Barbara Pandolfi. È stata un’occasione importante, densa di emozioni, il punto di partenza su cui fondare il cammino del nuovo Consiglio Pastorale per i prossimi tre anni.

Guidatati  dalla Pandolfi, dal suo slancio ricco di passione, professionalità e rigore, abbiamo avuto modo di riflettere  a fondo sul nuovo modello di evangelizzazione proposto da Papa Francesco, per una Chiesa in uscita, missionaria ed estroversa, aperta al mondo, con una direzione ben precisa che è  il cammino del Padre verso il figlio prodigo.

L’incipit dell’esortazione di Papa Francesco può tradursi in due modi distinti, ma complementari. l’Evangelii Gaudium diventa così La Gioia del Vangelo, nella prospettiva  del nostro rapporto diretto e personale con Gesù,  ma altresì può diventare La Gioia di Evangelizzare, dove il nostro modo personale di  rapportarsi al Vangelo viene comunicato agli altri. Per Papa Bergoglio infatti  “La  comunicazione della fede si può fare soltanto con la testimonianza, e questo è l’amore. Non con le nostre idee, ma con il Vangelo vissuto, nella propria esistenza che  lo Spirito Santo fa vivere dentro di noi”.

La gioia è un’emozione fondamentale dell’uomo che nasce nel momento stesso in cui si ha la consapevolezza di un bene sopravveniente inaspettato, che la nostra anima vive in modo conforme, con misura ed equilibrio. E il messaggio evangelico è sempre nuovo, ci rinnova ogni volta, sconvolge la nostra esistenza, chiamandoci sempre ad un bene superiore inaspettato.

L’Evangelii gaudium non è solo l’esortazione apostolica, ma rappresenta il programma del pontificato di Papa Francesco: “è vitale che oggi la chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura” .

Il documento papale è fuori dagli schemi canonici, sia per la lunghezza inusuale (288 numeri) che per lo stile  nuovo e colloquiale utilizzato dal Papa. Due sono le parole chiave che ricorrono nel documento:  gioia (ben 82 volte) e riforma (che nei suoi sinonimi ricorre 39 volte). Accanto ad esse grande attenzione è rivolta anche alla parola misericordia. Al riguardo papa Francesco ci ricorda che “Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia”. Secondo le indicazioni della Pandolfi una lettura trasversale del documenti porta a sottolineare i seguenti temi fondamentali:

a) Usciamo! una chiesa in esodo

Il Santo Padre richiama una Chiesa in esodo,  con le porte aperte, pronta ad accogliere tutti, perché “la chiesa non è una dogana ma la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa” ,  insomma, una Chiesa in uscita che non attende, ma si muove, si sposta, si rinnova nelle sue strutture per accogliere e per arrivare a tutti, che non si adagia  nel si è sempre fatto così” .

b) Gioiosi e pienamente umani

La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che s’incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia

c) Non da solo, in una chiesa madre dal cuore aperto

La chiesa è presentata nella sua essenziale originalità come comunità inviata nel mondo. Una chiesa dei poveri, richiamata anche dalla stessa  Lumen gentium.

d) Prima di tutto il Vangelo

Ritornare al Vangelo «sine glossa», evitandouna  trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere”,  né che si identifichi il messaggio con i suoi aspetti secondari “che, pur essendo rilevanti, per sé soli non manifestano il cuore del messaggio di Gesù Cristo” .

e) Da donne e uomini appassionati

Il nostro essere cristiani significa, primariamente, avere la disposizione permanente a portare agli altri l’amore di Gesù, in qualsiasi luogo, nella via, piazza o realtà lavorativa.  “Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione (…); non diciamo più che siamo discepoli e missionari, ma che siamo sempre discepoli-missionari..“.

f) la benedizione dei poveri

La missione è rivolta a tutti però chi dovrebbe privilegiare? Esiste al riguardo  un orientamento molto chiaro: non tanto gli amici e vicini ricchi bensì soprattutto i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti (cf.Lc14,14).

Il Papa denuncia con forza anche le  cause della crescente povertà, individuandole nell’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria, insomma nell’idolatria del denaro, nella dittatura dell’economico, nella la politica dell’esclusione. “(…). Non devono restare dubbi, né sussistono spiegazioni che indeboliscano questo messaggio tanto chiaro. Oggi e sempre, i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo (…)  Non lasciamoli mai soli

Juri Riccardi