La testimonianza di Maria Letizia
La storia della mia chiamata a compiere il servizio di ministro straordinario della Comunione ha le sue radici in alcuni momenti familiari, quando condividevo la preghiera con i miei genitori mentre la signora Colomba, ministro della Comunione a Uliveto, portava l’Eucarestia al mio babbo infermo.
Vedere la serenità dei miei genitori dopo aver ricevuto la Comunione mi faceva ammirare il servizio svolto con affetto e dedizione dalla signora Colomba.
Un altro importante passo in avanti avvenne una domenica mattina di ormai qualche anno fa: alla Messa, mancando i ministri “ufficiali”, il viceparroco di allora, mi chiamò a distribuire insieme a lui la Comunione ai fedeli. Fra l’emozionato ed il confuso svolsi al meglio il tutto senza avere il tempo di rendermi bene contro di cosa stessi facendo. Una volta a posto mi ricordo che provai una gioia ed un’emozione grande a cui ripenso spesso; in quel momento mi feci una domanda che mi faccio tutt’oggi: “sono sicura di avere fede in quello che ripeto consegnando la Comunione, mi rendo conto che quello che ho in mano è il corpo del Signore?” Affido sempre al Signore la risposta ai miei dubbi.
Quando questo accadeva, stavo iniziando il secondo anno della Scuola Teologico Pastorale; dovendo quindi scegliere il corso da frequentare optai per il corso di liturgia che mi piacque tantissimo facendomi scoprire e approfondire argomenti ed aspetti delle funzioni liturgiche che conoscevo solo superficialmente.
I pezzi del puzzle si stavano agganciando: mi feci allora coraggio e chiesi a don Carlo se secondo lui potevo essere utile alla parrocchia come ministro della Comunione. Lui senza indugio fu d’accordo.
Nel giorno del Corpus Domini, il 7 giugno del 2015, ricevetti dall’Arcivescovo, nella cattedrale di Pisa, insieme con gli altri compagni di viaggio, il mandato, ovvero il compito di distribuire l’Eucaristia ai fedeli e di portarla ai malati; domenica 28 giugno 2015, in una Messa nella cappella della Madonna, don Carlo mi consegnò la piccola teca che noi ministri straordinari utilizziamo per trasportare le particole consacrate.
Da allora ho avuto il grande dono di portare il Signore a diversi anziani con i quali è nata una profonda stima ed amicizia, alcuni di loro per l’età o per una malattia hanno già concluso la loro vita terrena e mi è rimasto il ricordo sincero delle loro affetto. Infine, posso dire che una delle emozioni più forti che ho avuto , grazie ad un permesso dei nostri sacerdoti, è stata quella di portare la Comunione alla mia mamma nei suoi ultimi mesi di vita.
Ringrazio sempre il Signore per avermi affidato questo compito, al servizio dei più deboli e facendomi scoprire ancora una volta che c’è più gioia nel donare che nel ricevere.
Maria Letizia Franchi