Siamo a 9 settimane su 10 di Visita e benedizioni delle famiglie per questo anno 2023.
Tanti giorni, tanti incontri. A volte si sente dire in giro che “ormai la benedizione delle famiglie non ha più grande senso”: non è vero! Parliamo molto di “relazione”, parliamo molto di “missione”: quale migliore occasione, allora, di questa? Meglio andare “ad extra”, oppure meglio dedicare quelle 10 settimane a fare incontri e riunioni per coloro che “sono già dentro”?
Incontrare le persone a casa loro è diverso che farlo in parrocchia. Incontrare le persone a casa loro vuol dire maggiore libertà di parola, di scambio, di apertura. La visita e benedizione delle famiglie vuol dire creare un contatto, vuol dire quantomeno imparare a conoscersi un po’ e, così, anche solo salutarsi per strada con maggior consapevolezza.
La visita e benedizione delle famiglie ci dà anche il polso della situazione abitativa della nostra Unità Pastorale: la parrocchia di S. Stefano conta sui 7.000-8.000 abitanti, S. Pio X sui 2.000 e i Passi sui 1.000. In tutto, quindi, siamo tra i 10.000 e 11.000 abitanti. Però, attenzione: quest’anno abbiamo visitato la zona “A” di S. Stefano e adesso stiamo visitando I Passi. A S. Stefano si sta creando sempre più uno svuotamento di residenti! Di casa in casa, dove prima ci abitava una persona o una famiglia, ogni anno – nella scheda dell’archivio parrocchiale – facciamo un frego e scriviamo “studenti”. È bello avere tanti giovani in parrocchia… ma… dal punto di vista delle famiglie (sigh!), S. Stefano ogni anno è sempre in grosso calo! E questo è un dato che dobbiamo tener presente in ogni nostra riflessione di carattere pastorale e non solo!
Dall’altra parte è interessante notare come a I Passi stiamo trovando qualche famiglia giovane in più. Probabilmente è complice l’alto prezzo delle case a Porta a Lucca così si verifica il fatto che le giovani famiglie si spostino sempre più verso I Passi o altrove. Anche a catechismo, quest’anno, abbiamo un gruppetto di bambini e bambini che abitano a I Passi: segno, probabilmente, di questo spostamento residenziale che poi, di anno in anno, iniziamo a registrare anche con la presenza a catechismo. Abbiamo parlato della situazione abitativa di S. Stefano e de I Passi, non abbiamo fatto osservazioni su S. Pio X perché quest’anno non abbiamo fatto visita alle famiglie di questa zona.
Quante persone ci hanno aperto a benedire? Beh… diciamo mediamente un pò più di metà! Spesso la gente non c’è, ma per questo la soluzione è nel fatto che mandiamo sempre la lettera prima in tutte le cassette delle poste (e qui approfittiamo per ringraziare i volontari che fanno questo servizio) e poi, se non troviamo nessuno, lasciamo un cartoncino con scritto che siamo passati e i contatti per concordare un nuovo appuntamento; e qualche volta (anche se non molto spesso) veniamo richiamati! E la cosa ci fa molto piacere!
Cambiare orario della visita alle famiglie? Beh, andare più tardi vorrebbe dire visitare meno famiglie e poi dobbiamo anche registrare sempre più il fatto che oggi le persone lavorano a tutte le ore…
Quando suoniamo il campanello c’è chi ci aspetta e accoglie prontamente. C’è chi dice “no, grazie!” (più o meno educatamente). C’è anche chi viene all’occhiolino della porta, guarda, e poi dice a chi ha accanto: “sssscccchhhh! Zitto! C’è il prete!”, facendo finta di non essere in casa, ma senza considerare che dal pianerottolo si sente benissimo chi è dietro alla porta…
Visitando la famiglia abbiamo l’occasione di ascoltare, di fare due parole, di portare un po’ di quella speranza e quella consolazione che viene dalla Parola di Dio. Abbiamo modo di vedere dove ci sono situazioni di difficoltà economica e segnalarle alla S. Vincenzo. Abbiamo modo di vedere dove ci sono anziani e ammalati e fare la proposta della comunione a casa. Abbiamo modo di farci carico di tutta quanta la nostra comunità e condividere – tutti insieme – gioie e dolori, attese e fatiche, speranze e difficoltà.
C’è anche chi, appena suoni ti dice “no grazie”. Tu prosegui visitando tutte le famiglie dell’edificio e poi, la stessa persona, ti aspetta nuovamente in fondo alle scale e ti dice: “ma senta, ha mica due minuti per parlare un attimo?”. E così, con gioia, ti siedi e parli con la persona!
Quanta gioia in chi si sente accolto così com’è, senza pregiudizi, senza voler per forza “incastrare” in schemi preconfezionati e spesso un pò moralistici. Quanta gioia in chi riceve il contatto della parrocchia per parlare del battesimo del proprio figlio o per avere qualche risposta a domande che non sapeva nemmeno come porre! Quanta gioia nel vivere la missione e la relazione nell’incontro con le persone e le famiglie là dove vivono e trascorrono la loro quotidianità.
Manca ancora l’ultima settimana di benedizioni, ma già adesso vogliamo dire «grazie» a tutti per l’esperienza che anche quest’anno abbiamo vissuto! Grazie perché anche in quest’occasione viviamo l’esperienza sinodale del «camminare insieme»! Grazie ai volontari e a chi ci ha accompagnato (soprattutto i nostri seminaristi Alessandro e Giacomo)!
Di tutto cuore grazie alla nostra bella Unità Pastorale!
Don Carlo e Don Federico