Proposta di riflessione per tutta la comunità
al termine della visita e benedizione delle famiglie 2018
«È dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche. Bisogna infatti conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico».
Con queste parole certamente solenni e lapidarie, il documento conciliare Gaudium et Spes al numero 4, invita la Chiesa a non avere paura di confrontarsi a viso scoperto con la concreta realtà del mondo di oggi, evitando ogni forma di chiusura e arroccamento, e respirando a pieni polmoni ciò che Papa Francesco definirebbe la «gioia del Vangelo».
È esattamente in questa direzione che va la nostra interpretazione di questi mesi di visita e benedizioni delle famiglie: abbiamo iniziato il 22 Gennaio e abbiamo finito (salvo alcuni recuperi) il 9 Aprile (dal lunedì al venerdì ed escludendo la Settimana Santa e l’Ottava di Pasqua). Il bilancio? Stavolta rimanere nelle categorie di «positivo» o «negativo» vorrebbe dire banalizzare un po’. La percezione è stata quella di una Porta a Lucca come un quartiere che da tre anni a questi parte (a benedire in ogni zona andiamo ogni tre anni) è decisamente, radicalmente e rapidamente cambiato. In tantissime schede si è cancellato il nome della famiglia che fino a poco fa abitava nella casa e, tirato un rigo, solo in una decina di occasioni abbiamo scritto il nome di una nuova famiglia: il resto delle volte la dicitura è stata «studenti» o «vuota». In altre parole: Porta a Lucca sta vivendo un grave spopolamento!
Studenti e case vuote
Prima questione: le case vuote! La cosa ci deve interessare da qualsiasi punto di vista, non ultimo l’attenzione che chiediamo anche dal punto di vista politico: perché ci stiamo spopolando? Perché le giovani famiglie vanno ad abitare tutte fuori? Sinceramente – e non per dovere d’ufficio – ci sentiamo di sottoscrivere quanto l’Arcivescovo ha già fatto presente all’Amministrazione, ossia il fatto che da noi le periferie a cui Papa Francesco fa spesso riferimento stanno diventando il centro!
Seconda questione: gli studenti. Intendiamoci: è bello avere una comunità che continuamente si arricchisce di nuovi giovani. Abbiamo trovato palazzine anche di più di 8 appartamenti interamente abitate da studenti! Alcune strade, addirittura (e in zone vicinissime alla Chiesa di Santo Stefano) vedono la presenza di solo 3 o 4 famiglie! Benissimo gli studenti, però ci chiediamo: ma che fine fa la stabilità che solo la famiglia può dare alla comunità? È bello avere giovani: ma gli studenti vanno e vengono; solo le famiglie rimangono più a lungo!
Dire questo, però, non è sufficiente. Ci chiediamo: ma noi, come comunità, cosa stiamo facendo per integrare tutti questi studenti? Abbiamo mai pensato qualcosa per loro? La benedizioni delle famiglie permettono una mappatura piuttosto precisa della parrocchia; tuttavia, non basta sapere come rintracciare gli studenti, occorre anche chiedersi che cosa proponiamo loro!
Anziani e collaboratori domestici
Aumentano gli studenti, la popolazione invecchia, ed ecco un’altra tipologia di abitanti del nostro quartiere che ci pare essere in grande aumento: le persone che si prendono cure dei nostri anziani! A loro, in modo tutto speciale, va uno dei nostri grazie! E anche qui ci chiediamo: come integrare nella nostra comunità tanti nostri fratelli e sorelle cattolici, non cattolici o anche di altra religione?
L’accoglienza: dobbiamo dire che tra coloro che abbiamo trovato in casa ci ha aperto il 60-70% delle famiglie; di queste più di metà ci aspettavano. Diverse volte ci è stato chiesto di ripassare, alcune volte è capitato che la dinamica fosse: «Chi è?» – «Sono il prete per la benedizione» – e di lì a buttare giù è passato meno di un secondo; diverse volte, con cortesia, è stato detto «no, grazie».
L’accoglienza
Sono stati momenti preziosi anche quelli nei quali magari si chiedeva di non fare la benedizione, ma siamo stati accolti in casa, ci siamo presentati ed abbiamo comunque parlato un po’ con grande serenità e cortesia! Anche – per non dire soprattutto – serve a questo la visita delle famiglie! È vero, il contatto è sempre troppo breve ma, qualche volta, è capitato anche che la persona torni poi a trovarci per parlare. E quante volte è stato bello comunque far presente in quale parrocchia la persona si trovasse, dove sono le nostre chiese e quali sono le principali attività della nostra comunità.
La benedizione delle famiglie è l’unico momento che abbiamo per entrare in casa della gente e quanto è diverso poter parlare nella cucina o nel salotto delle persone piuttosto che in altri ambienti!
Oltre i luoghi comuni
Porta a Lucca un quartiere ricco? Calma! Porta a Lucca è un quartiere dove non mancano persone che faticano ad arrivare in fondo al mese, dove si chiede al sacerdote se si sappia di persone che hanno bisogno di qualche servizio, dove non manca la solitudine! È incoraggiante sentire persone che ringraziano la nostra comunità per il sostegno che già ricevono da tempo… ma quante famiglie ancora hanno bisogno!
La visita delle famiglie è anche l’occasione di ricevere – sempre liberamente e in modo facoltativo – un’offerta: con questi soldi possiamo fare del bene a diverse persone e prenderci anche cura delle nostre numerose strutture! È questa, pertanto, anche l’occasione di ringraziarvi per la vostra generosità!
Mano a mano che abbiamo incontrato anziani si è sempre presentata anche la possibilità di ricevere la comunione a casa anche grazie ai Ministri Straordinari della Comunione. È bello vedere che in qualche caso l’invito è stato accolto!
Uno sguardo secondo il Vangelo
Il passo del Concilio citato all’inizio di questa nostra riflessione ci invitava a conoscere il mondo in cui viviamo. Con tutta sincerità ci teniamo a dire a tutti il nostro più sincero grazie perché abbiamo avuto modo di toccare con mano la vostra accoglienza! Ma dobbiamo certamente fare anche i conti con il cambiamento che il nostro quartiere sta vivendo: studenti, anziani e case vuote sono segnali importanti! Positivi? Negativi? Neutrali? Sempre lo stesso passo del Concilio di chiede di interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo: pensiamo proprio che questo sia il compito che spetta a tutta la comunità e in primis al nostro Consiglio Pastorale. Nessuno spavento e nessun entusiasmo: semplicemente la gioia del Vangelo, la creatività, l’ingegno, la passione e il forte senso di comunità che certamente non ci manca!
Alla fine di questo giro di benedizioni il quadro della riflessione ci pare grosso modo questo… pertanto… che dobbiamo fare?
Don Carlo e Don Federico