Ringraziamenti Celebrazione 25 Maggio 2024

Grazie di cuore, per tutto a tutti!!!

Non ci sono parole adeguate per dirvi tutta la nostra gioia e il nostro ringraziamento per quanto abbiamo vissuto sabato scorso!

Siete stati più che straordinari e il nostro desiderio è che della celebrazione del 25 maggio scorso resti soprattutto nel cuore di tutti il clima che abbiamo respirato in modo tutto particolare: un clima di comunità, un clima di famiglia, un clima di fraternità!

Ancora una volta grazie di cuore, per tutto a tutti! E, ancora una volta, grazie anche per i vostri doni! Davvero troppo! Grazie di cuore!

E adesso? Semplice! Continuiamo a camminare con la stessa gioia e lo stesso entusiasmo, insieme!

Grazie ancora!

don Federico e don Carlo

Ps: su richiesta di tante persone pubblichiamo il discorso rivolto a don Carlo da Juri a nome del Consiglio di Unità Pastorale e di tutta la comunità e i ringraziamenti di don Federico

 

 

Il grazie a don Carlo da tutta l’Unità Pastorale

Carissimo Don Carlo,

ciò che ci apprestiamo a celebrare oggi è un momento davvero particolare, intenso, speciale. A nome del Consiglio di Unità Pastorale, interpretando i sentimenti della  nostra  intera Comunità, con  la gioia nel cuore,  siamo a dirti grazie  per  il ministero sacerdotale che  hai svolto in questi anni presso  di noi, nostro pastore e nostra guida.

In questi anni non sono stati pochi i cambiamenti  avvenuti e, tra  questi, il più importante è quello che, nel nome del Signore, ha visto nascere una Comunità allargata, oggi Comunità vera, pienamente integrata,  nata dall’unione delle parrocchie  di  S. Stefano, San Pio X e dell’Immacolata ai Passi. Un percorso  complicato,  ma che  sotto la tua  sapiente guida ha preso progressivamente corpo,  con i giusti modi e con le dovute tempistiche, senza traumi;  così eccoci al coronamento più bello di questo  nostro camminare insieme.

Era il lontano 2003 quando Don Carlo è arrivato nella nostra Comunità: molti anni sono passati, tante storie hanno accompagnato e arricchito la tua presenza tra noi. Non è possibile rammentarle  tutte, perché sarebbe  un elenco  davvero lungo e, soprattutto, perché ormai sono patrimonio di ognuno di noi, fanno parte delle nostre vite. Dopo tanto lavoro è dunque arrivato  per te il momento di un po’ di meritato riposo (non tanto, conoscendo il tuo carattere!) e di dismettere i faticosi impegni che l’essere Parroco di questa Comunità impone. Occorre, insomma, lasciar spazio a un nuovo Parroco, che sarà il nostro Don Federico. Insomma, il “vicario parrocchiale” che diventa “parroco” e il “parroco” che diventa “collaboratore”: un singolare avvicendamento, ma che a tutti noi riempie però il cuore di gioia, perché, Caro Don Carlo,  continueremo ad averti ancora fra noi e tu sarai con la tua gente, come desideri.

Come Comunità, non possiamo non avvertire la sapienza dello Spirito che si cela dietro questo cambiamento: un futuro che, senza soluzione di continuità,  si salda al passato e che ci accompagna verso un rassicurante domani. Proprio per questo viene spontaneo, nel muovere un ringraziamento  a Don Carlo, che ha guidato per così tanti anni la nostra Comunità, fare i nostri migliori auguri a Don Federico al quale passa questo  importante  quanto entusiasmante compito.

Che dire, infine, caro Don Carlo? Non possiamo non portare alla mente la tua mite personalità, la tua disponibilità, il tuo sorriso, i tuoi occhi vivi dietro grandi occhiali, il  tuo essere “buon pastore”, la semplicità e l’attenzione con cui sei stato vicino alla “tua gente”, a partire dai bambini, agli adolescenti, alle famiglie, al modo diretto e immediato con cui  hai svolto la tua missione facendo risplendere la figura di Cristo. Hai accompagnato i differenti percorsi di ognuno di noi, instaurando legami che dureranno per sempre.  Per noi sei esempio di ascolto, di pazienza, di relazione. Sempre al passo degli ultimi, con grande gioia ed umiltà. Grazie Don Carlo, perché rimani con noi e grazie all’Arcivescovo per questa sua scelta.

Cosa augurarti, invece, Don Federico? Siamo già fiduciosi che pagine della tua agenda siano dedicate a precise tabelle di marcia che la nostra comunità dovrà seguire. Noi confidiamo nel tuo studio, nella tua organizzazione, nella sensibilità e premura con cui da sempre ci segui.

Come Comunità continueremo ad esservi sempre vicini,  a darvi  forza, coraggio  e conforto  innanzi alle importanti sfide del futuro,  raccomandandovi sempre nello nostre preghiere al Signore.

Un abbraccio forte da ognuno di noi.

 

Juri Riccardi

a nome del Consiglio di Unità Pastorale e di tutta la comunità

 

Il ringraziamento di don Federico

«Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo sei un solo Dio, […] non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza»: con queste parole ci siamo rivolti poco fa al Padre nel Prefazio, la preghiera che introduce la consacrazione del pane e del vino.

Un testo della liturgia che può far sembrare la Santissima Trinità come una sorta di «rebus»: un unico Dio in tre Persone, ossia il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Se da una parte non riusciamo a comprendere fino in fondo questo mistero, dall’altra ci sono alcune esperienze, alcuni momenti, alcune persone che la Santissima Trinità ce la fanno comunque percepire, e ciò grazie al fatto che siamo creati a “immagine e somiglianza di Dio” (Gn 1,26): sono quelle esperienze, quei momenti, quelle persone grazie a cui – e alle quali – ci rendiamo conto che l’amore che stiamo vivendo non è solo umano, ma è anche riflesso di un amore che viene da Dio, da quel Dio che è in sé amore (e l’amore è proprio la sostanza di Dio di cui parla il Prefazio della Santissima Trinità) e relazione (se Dio è in sé amore, infatti, non può essere un «Dio solitario», ma un Dio che è in sé Padre, Figlio e Spirito Santo).

Alla Santissima Trinità va il mio primo ringraziamento: se oggi sono un prete felice lo devo innanzitutto a Dio e ai riflessi del suo amore che tocco ogni giorno!

Nella Santissima Trinità un principio importante è la “monarchia del Padre”, ossia la modalità con la quale il Padre “scandisce il ritmo della vita trinitaria”.

Eccellenza, un primo riflesso lo sperimento grazie alla sua persona e al suo ministero. La ringrazio per quanto – e per come – lei scandisca il ritmo della mia vita presbiterale: dopo che Mons. Plotti mi accolse in Seminario, è lei l’Arcivescovo che ha curato – e che continua a curare – la mia formazione, che mi ha ordinato prete, che mi ha mandato a studiare a Roma, che mi ha chiesto di curare l’Ufficio Catechistico e lo Studio Teologico Interdiocesano; è lei l’Arcivescovo che ha celebrato il funerale del mio babbo, è lei l’Arcivescovo che oggi mi affida l’importante responsabilità di Parroco di questa Unità Pastorale: grazie, Eccellenza, per la sua paternità e la sua fiducia!

Ma c’è un secondo principio importante nella Santissima Trinità: la vita di Dio in sé è un continuo “donarsi e farsi spazio”.

E qui il ringraziamento è tutto per don Carlo, esempio di “donazione e fare spazio”.

Caro Carlo, perdonami se condivido qui – davanti a tutti – una cosa che mi hai detto un giorno, mentre eravamo insieme in auto: mi dicesti che nella vita non avresti saputo dire in che cosa tu fossi il primo; ma che, nonostante questo, avevi la consapevolezza che magari in tante cose eri secondo o terzo, e che – in quelle – ti metti volentieri al servizio.

Carlo, se oggi siamo qui a vivere questa celebrazione è perché ancora ci dai una volta l’esempio del “donare e fare spazio”.

E voglio risponderti oggi a quanto mi dicesti quella volta in auto: caro Carlo, sappi che – almeno tra tutti i presenti a questa Messa – sei il primo: il primo a vivere ogni giorno, con la tua stessa vita, due frasi del Nuovo Testamento in particolare: quella degli Atti degli Apostoli, dove – in riferimento a Gesù – è scritto che egli “passò beneficando e risanando tutti” (At 10,38) e la seconda è dal Vangelo di Matteo e, nello specifico: “beati i miti” (Mt 5,5).

Grazie Carlo perché con questo stile e con le tue scelte mi insegni cosa voglia dire essere preti e voler bene alla gente, al di là di titoli e cariche!

Grazie Carlo perché rimani con me a servizio della nostra Unità Pastorale e grazie ancora a lei, Eccellenza: qua mi conoscono tutti – nei pregi e nei difetti – e tutti con me possono dire che Carlone sarà per me presenza preziosa, umanamente e pastoralmente!

E, a questo punto, devo ringraziare un altro esempio di “donarsi e fare spazio”: la Giuse! Grazie, Giuse, di essere la miglior perpetua del mondo e grazie di continuare a prenderti cura di noi!

Un grande grazie va anche alla mia famiglia – altro prezioso esempio di “donarsi e fare spazio” – solidamente sorretta dalla mia mamma (e – nella comunione dei santi – insieme al mio babbo) e oggi impreziosita dalle mie tre nipoti: Chiara, Miriam ed Emma.

Ma non posso, in questa occasione così bella e solenne, non ringraziare il Dio Uno e Trino per uno dei doni più belli che mi ha fatto: gli amici! A loro il mio infinito “grazie” per il loro essere continuo esempio di “donarsi e fare spazio”, grazie perché mi accolgono così come sono, condividono tutto con me, mi sostengono nella fatica e gioiscono con me in ogni momento bello! Grazie!

La Santissima Trinità, oltre che “monarchia del Padre”, “donarsi e farsi spazio”, è, infine, comunione!

Ed eccola qua la più bella testimonianza di comunione: la nostra Unità Pastorale di “S. Stefano e.m. – Immacolata – S. Pio X”! La comunione non è “uniformità”, ma è unità nella diversità, proprio come Dio: uno, ma in tre persone diverse tra loro.

A tutti e a ciascuno di voi va il mio profondo “grazie”: “grazie” per la vostra testimonianza di comunione. Tre diverse parrocchie, singole persone diverse l’una dall’altra, ma tutti siamo un’unica Unità Pastorale, un’unica comunità! Grazie a tutti e oggi, in particolare, a tutti coloro che si sono adoperati perché potessimo vivere in ogni dettaglio questa celebrazione: il comitato preparatorio, coloro che hanno pulito, coloro che hanno preparato, coloro che hanno curato il rinfresco, il coro, i ministranti e ogni singolo membro della nostra Unità Pastorale, presente fisicamente o con la preghiera perché anziano, ammalato, ricoverato o impossibilitato. Grazie!

Grazie di cuore, carissimo Vescovo Roberto, carissimi presbiteri (con un grazie particolare a don Achille e a P. Maurizio), diaconi, seminaristi, religiose (con speciale menzione per le nostre Suore Immacolatine): grazie a tutti voi per l’affetto e la presenza!

Adesso non dobbiamo far altro che continuare a camminare insieme secondo tre direzioni che la Chiesa ci indica: sinodalità, ministerialità e missione!

L’avventura continua, insieme!

Grazie!

 

Don Federico Franchi