Indulgenza: “Si… Ma… Come???”

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Quest’anno giubilare sta sempre più entrando nel vivo mediante i vari appuntamenti offerti sia sul panorama di Chiesa Universale che in quello di Chiesa Pisana.

Ciascuno di noi sempre più ha l’opportunità di vivere a fondo la preziosa occasione d’incontro con la Misericordia di Dio.

La domanda sempre più ricorrente, allora, sembra essere: «si … ma … come???». Intanto, la cosa più importante che dobbiamo tener presente è che non siamo di fronte né a qualcosa di magico, né di superstizioso, né di meccanico: abbiamo, anzi, a che fare con relazioni ferite, sciupate dal peccato. E tutti noi sappiamo bene quanto delicato sia lo spazio di un rapporto che è stato leso. Questo per dire che il cuore dell’indulgenza è la disposizione di distanza dal peccato commesso. Paolo VI, nel documento «Indulgentiarum Doctrina» del 1967 scrive: «si richiede […] che sia escluso qualsiasi affetto al peccato». Tale atteggiamento, eminentemente penitenziale, unito al desiderio di riparazione per il male commesso, è già un primo passo importante!

Il passaggio della Porta Santa – secondo atteggiamento richiesto per ottenere l’indulgenza – è segno proprio del nostra desiderio di lasciare la connivenza con il peccato, per vivere nella condizione dei figli riconciliati. Un elemento importantissimo di questo Giubileo è che tale gesto non è necessario che avvenga nelle Basiliche Papali a Roma, ma può anche avvenire in tutte le Chiese Cattedrali del Mondo: la nostra Parrocchia non mancherà di partecipare al passaggio della Porta Santa nel Duomo di Pisa.

Dato, poi, che si parla di relazioni ferite, è importante l’incontro con l’abbraccio misericordioso del Padre, consapevoli che la conversione non parte tanto dal nostro sforzo, quanto piuttosto dall’amore di Dio che ci coinvolge intimamente. Per questo è essenziale la confessione sacramentale e la comunione eucaristica.

Ma non solo: il tesoro di grazia dell’indulgenza è attinto dai meriti di Cristo e di tutti i Santi. L’indulgenza è un segno tangibile di una comunione che ciascuno di noi vive con i fratelli e le sorelle della Chiesa del Cielo. Per questo, come segno di appartenenza a questa nostra comunione universale facciamo una preghiera per il Papa al cui servizio è affidata tutta Chiesa e recitiamo il Credo, come espressione della nostra adesione di fede a quanto stiamo vivendo.

Sempre in virtù di tale comunione, scrive Papa Francesco nella sua lettera con cui concede l’indulgenza durante il Giubileo Straordinario della Misericordia: «L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine».

Infine, per completezza d’esposizione, ma facendo ancora riferimento a quanto scritto all’inizio sulla non meccanicità dell’indulgenza, ricordiamo, sempre con le parole di Paolo VI nel documento sopra citato che «l’indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno, salvo […] per coloro che sono in punto di morte».

 

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