Adriana Fiorentini ci precede sulla strada…

che han percorso i santi tuoi!

Alla fine di questo mese di febbraio ricorre il quinto anniversario della morte di Adriana Fiorentini. Una nostra sorella maggiore nella fede, una scienziata, una donna dai modi improntati a uno stile… “di altri tempi”, ma capace di porsi con semplicità e umiltà in relazione e al servizio di tutte le persone che incontrava, come docente, ricercatrice, catechista, ministro della comunione, amica sincera. Ha testimoniato per molti l’autentica bellezza di un cammino tra scienza e fede. A ben considerare, in lei abbiamo riconosciuto una persona dotata di una energia gentile, proiettata nel futuro.

Nella sua lunga vita non tutto è stato facile, per Adriana. Anzi. La Seconda Guerra Mondiale, con le tragiche vicende a cavallo della fine del conflitto, colpì duramente la sua famiglia mentre lei aveva intrapreso la frequenza della Facoltà di Fisica a Pavia. Trasferitasi a Firenze, ha completato gli studi ed ha poi intrapreso una lunga e fruttuosa attività di ricerca che si è sviluppata e ha raggiunto traguardi prestigiosi a Pisa, all’Istituto di Neuroscienze del CNR.

Ci chiediamo: come è riuscita Adriana a superare i tempi bui, a costruire in maniera progressiva una strada positiva?

Non è mai mancata, nel suo percorso di vita, una profonda visione di fede, che l’ha portata ad essere consacrata al Signore, mentre proseguiva con intelligenza e determinazione il suo impegno nella ricerca scientifica. Una fede incarnata nelle opere, con il coinvolgimento nell’assistenza ai bisognosi già nel gruppo di San Procolo a Firenze, con la guida di Giorgio La Pira, e poi nelle molteplici iniziative vissute nella Comunità di S.Stefano, nella Chiesa di S. Frediano, più in generale nella Diocesi di Pisa.

Questa capacità di donarsi, che ha manifestato in tutte le stagioni della vita, è la cifra che caratterizza la figura di Adriana e che viene consegnata anche a ciascuno di noi come indicazione, come chiamata all’impegno, come segreto di un cammino gioioso che attraversa le fasi alterne del percorso della vita. Così la testimonianza di Adriana diventa un messaggio pieno di significato per tutti noi.

Noi che siamo colpiti, più o meno da vicino, dagli effetti negativi del Covid-19 sulla salute e sul sistema sanitario, in maniera diretta o indiretta.

Noi che stiamo vivendo con disagio il tempo della pandemia, che ha scardinato il ritmo delle nostre attività, delle nostre giornate, delle relazioni familiari e sociali. Tanto che ci capita di avvertire un vero e proprio senso di estraniamento.

Noi che stentiamo a ricostruire la trama della nostra esperienza comunitaria, che mentre vive l’Eucarestia cerca poi di offrire percorsi di approfondimento e di condivisione non sempre in maniera efficace.

Proprio noi, impegnati in una traversata che ci porti a intravedere un tempo nuovo di speranza e di fiducia, nel momento in cui ci viene consegnata una bussola per orientare il nostro cammino che riparte da questa Quaresima (v. la proposta dettagliata sul Foglio di Domenica scorsa) avremo la consolazione di poterci incamminare in un percorso in cui Adriana, con la sua testimonianza luminosa, ci precede e ci invita a seguirla.

Giuseppe Meucci