Eccoci a celebrare un altro Natale. È il momento degli auguri, il momento dei regali, il momento in cui sentiamo dire che bisogna essere più buoni. Ma quale Natale stiamo vivendo?
Se guardiamo oltre le apparenze e le immagini abbaglianti, o ci mettiamo a riflettere, ci accorgiamo anche di altri aspetti che non possiamo far finta che non esistano. Ad esempio: Tanti vivono questa festa con tristezza perché hanno grossi problemi da affrontare, altri che hanno un futuro buio davanti a sé, migranti che fuggono dalla loro patria per situazioni insostenibili! E poi notizie di guerre atroci che non finiscono mai.
Di fronte a tutto questo e ad altre situazioni non proprio belle, quali auguri possiamo fare? Eppure il Natale è e deve essere la festa della gioia e della speranza, e invece intorno a noi un frastuono di luci, rumori, pubblicità che sembrano fatte apposta per coprire il vero Natale.
Ma noi vogliamo ascoltare il vero messaggio di gioia e di amore che Gesù è venuto a portare e sentire che questo è l’augurio più vero e più bello che possiamo rivolgere a tutti, coscienti che questo non è solo un augurio ma anche il compito che ci viene affidato.
C’è un altro evento che ci viene offerto per far rinascere nel nostro mondo la speranza, quella speranza che a volte sembra repressa dai troppi avvenimenti tristi: il Giubileo.
Nella Bibbia il Giubileo aveva l’obiettivo di riportare le cose all’inizio per ricreare giustizia e abolire o almeno limitare le ingiustizie che la vita e i problemi del tempo avevano prodotto.
E oggi? Il Giubileo ha proprio come tema la “speranza”. Quanti uomini vivono nella speranza di un mondo migliore. Potranno trovarlo? Questo è il nostro augurio e nello stesso tempo anche il nostro compito