Come annunciato sullo scorso «Foglio Incontri», vogliamo raccontare a tutta la comunità qualcosa del vissuto estivo della nostra Unità Pastorale. Questa settimana è il turno della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, un viaggio ricco di emozioni che ha mostrato quanto la Chiesa sia riuscita a comunicare Dio e a creare momenti di spiritualità anche mediante linguaggi e strumenti nuovi!
LA GMG A LISBONA
Quando ho scelto di fare questa esperienza non avevo bene idea di cosa si trattasse, se non di vivere dei momenti di preghiera con i giovani di tutto il mondo. Adesso che sono tornato posso dire di aver fatto un’ottima scelta.
Abbiamo visitato Barcellona e Lisbona, un viaggio tra l’altro facilitato dagli autofinanziamenti, dai finanziamenti della Diocesi di Pisa, dalle convenzioni della Jmj, dall’ospitalità sia delle suore a Barcellona, sia delle famiglie e della comunità di Milharado, paese che ha accolto la nostra Arcidiocesi.
Come Pisa, Barcellona e Lisbona sono città di mare. Oltre ad affascinarmi le navi e il mare, stimo il coraggio che i grandi viaggiatori e scopritori di nuove terre e rotte di navigazione hanno manifestato nei secoli precedenti. Ho riflettuto su questo senso metaforico nella vita: la mia esistenza è l’oceano, io sono una barca in viaggio che incontra isole, scogli, altre barche.
Dal punto di vista umano ho approfondito le mie conoscenze, ho creato nuovi legami. Anche l’incontro con gli altri pellegrini italiani, e non solo, è stato commovente: ci davamo il cinque, gli stranieri che vedevano le nostre bandiere italiane ci salutavano con le canzoni italiane che conoscevano. Avere tutto il mondo in un’unica città è stata una testimonianza di unione e vicinanza che deve muovere le coscienze di tutto il mondo, dato l’amore e l’affetto che un milione e mezzo di persone hanno provato in questa occasione. Tuttavia, anche per noi pellegrini, dovrà rimanere sempre e ovunque l’entusiasmo di questo amore reciproco nato in questi festeggiamenti.
Benché sia stato bello stare nella bolgia e in gruppo, quando ho avuto dei momenti per stare solo con me stesso, ne ho sentito il bisogno, come momento di riposo e di ascolto.
Infine io, studente e amante delle lingue straniere, ho sfruttato questo viaggio per parlarle e apprendere un po’ di portoghese. Infatti con le tappe del nostro viaggio ho toccato il francese, il basco, il catalano e lo spagnolo, lingue parlate anche con i pellegrini. È molto piacevole poter parlare nelle loro lingue natie, persino ascoltare il Papa in lingua originale!
Un grande grazie va agli abitanti di Lisbona per averci accolto e sopportato, alle comunità e alle famiglie che ci hanno ospitato amorevolmente. In particolare grazie ai volontari: gentili, accoglienti, disponibili sempre e ovunque fossero richiesti. Coloro che ci hanno accolto a Milharado erano preparati anche con alcune frasi e parole in italiano, proprio per farci sentire a casa: mi ha commosso il loro affetto, il grande amore di Dio! Un grazie speciale va alla mia famiglia ospitante che non ha trattato me e il mio amico come ospiti ma come membri della famiglia. È stata una vera Chiesa domestica che non ha voluto fare un servizio alla Comunità ma sperimentare un incontro e un confronto, come Maria che va da Elisabetta non perché abbia bisogno di aiuto, ma per un incontro e un confronto.
La mia speranza è che la testimonianza di un milione e mezzo di giovani di tutto il Mondo riuniti a pregare, mangiare, dormire! insieme, sia una forte testimonianza per tutti i grandi della Terra, affinché si prodighino per vere politiche globali integrali!
Marco Gianni