
Il Giubileo affonda le sue radici nella Sacra Scrittura: sia come termine che come realtà descritta.
Il «Jobel», infatti, è in ebraico il «corno» che veniva suonato in antichità per le occasioni solenni, tra cui l’inizio dell’Anno Giubilare. Questo aveva luogo ogni 50 anni ed era una sorta di grande «reset» della comunità: la terra doveva rimanere incolta per 12 mesi, i debiti erano condonati, i terreni ripartiti equamente, gli schiavi liberati.
Il libro del Levitico così descrive questo evento: «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo».
Dalla tradizione ebraica avviene poi il passaggio al Cristianesimo. Verso l’anno 1300 gli storici narrano di una grande affluenza di pellegrini accorsi a Roma per lucrare «l’indulgenza dei Cento Anni». Non sappiamo precisamente che cosa fosse, ma sta di fatto che Papa Bonifacio VIII istituisce formalmente, il 22 Febbraio del 1300, il Primo Giubileo del Cristianesimo. Di lì in poi la cadenza della periodicità è scesa da 100 a 25 anni.
Oltre agli ordinari Giubilei ve ne sono alcuni straordinari di cui, questo della Misericordia, è il quarto.