La misericordia…come stile di vita

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Ci stiamo ormai approssimando alla Pasqua. La Quaresima volge ormai al termine e, probabilmente è tempo anche di fare un onesto bilancio.

Nelle nostre chiese abbiamo collocato delle porte che ci aiutano a capire come nella nostra vita sia necessario operare un grande passaggio: da una vecchia condizione a una nuova, anzi, rinnovata dallo Spirito del Risorto.

Queste porte, tenute chiuse da alcuni lucchetti su cui stiamo riflettendo di domenica in domenica, trovano chiavi di apertura nelle opere di misericordia. La parola stessa «opera» fa capire come sia necessario un agire, un fare, un operare, appunto. Ma veramente stiamo operando la misericordia?

Gli antichi Padri della Chiesa parlavano di una «cristiformazione» del battezzato: ciascuno di noi è chiamato ad assumere la forma di Cristo, a guardare a lui come a un modello da seguire nella vita di tutti i giorni. Egli è l’icona della misericordia: il suo non è soltanto un atteggiamento verso il peccatore, quanto piuttosto l’espressione di quel Padre «ricco di misericordia» (Ef 2,4) che ha cura di tutti i suoi figli, sempre e comunque.

Questo Giubileo, allora, ci spinge a seguire le orme del Figlio che passò «beneficando e risanando» (At 10,38) chiunque incontrava. La misericordia deve diventare pertanto anche il nostro stile di vita: «da questo ci riconosceranno» ci ricorda Gv 13, 35.

Sono due i punti principali che siamo chiamati a vivere: uno più generale e l’altro più specifico. Per il primo aspetto dobbiamo riflettere sul termine «misericordia»: esso richiama il cuore misero, che si fa piccolo, che sgonfia il nostro «ego» per lasciare spazio all’altro. Siamo chiamati a uscire dalle nostre autoreferenzialità per dire all’altro che ci interessa, che siamo disposti a dedicare a lui tempo e attenzione. Proprio come Gesù, secondo uno stile di vita indipendente dal peccato. Scrive Papa Francesco: «L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia» (Misericordiae Vultus, 10).

Ma eccoci poi all’aspetto più specifico della misericordia: il perdono verso coloro che ci hanno fatto dei torti. Certamente non è semplice, è un cammino, a volte lungo, ma non possiamo esimerci da questo dopo che ogni giorno diciamo «… come noi li rimettiamo ai nostri debitori»!

E’ a questa autentica «cristiformazione» che siamo chiamati. Il Giubileo porterà frutti nella nostra vita se, con tutti i nostri umani limiti, quanto meno ci incammineremo nella giusta direzione. Ciascuno di noi è chiamato a vivere la misericordia e a essere strumento di essa per il prossimo.

Quaresima è tempo di conversione, Pasqua è tempo di passaggio, il Giubileo richiama a tutto questo con maggiore sollecitudine e amore.