Pensieri in libertà…

Una proposta di riflessione

Premessa: è bandito da questa riflessione qualsiasi tono nostalgico. Riflessione: i tempi sono cambiati. Esempio: prova a trovare una data giusta per qualche evento comunitario! Sempre più questo lo sperimentiamo con il catechismo: tempo prolungato a scuola, allenamenti, corsi di lingue, partite, e diventa impossibile trovare un giorno che vada bene anche solo alla maggioranza. E poi si arriva alla domenica: «Padre, a Messa proprio non ce la facciamo a venire: è l’unico giorno della settimana in cui si può dormire! E poi faccende e pranzo!». N.B.: Ciascuno dorma quanto ritiene opportuno (ci mancherebbe!)… ma le Messe sono sia di sabato che di domenica e a tutte le ore!

Tranquilli, ci rendiamo conto della frenesia in cui tutti siamo inseriti, così come ci rendiamo conto di quanto i tempi siano cambiati: prima non c’erano tutti questi impegni e, ancor di più, prima la Parrocchia era punto di ritrovo per ogni momento di tempo libero. Lo stiamo vedendo anche con i giovanissimi e i giovani: ultimamente stiamo facendo seriamente fatica a coinvolgerli. Certo, questo è un problema universale, ma non possiamo però scadere nel «mal comune mezzo gaudio»! Quando ai ragazzi chiediamo: «ma perché non sei venuto a quell’appuntamento?» la risposta è solitamente legata a questioni di tempo e stanchezza. Sempre più emerge una forma di «appiattimento», di «sentimenti di indifferenza» a 360° (e veramente la questione è trasversale perché questo clima non riguarda soltanto la Parrocchia, ma anche altre forme di associazione di vario tipo).

E poi c’è un duplice binario: da una parte non mancano gli incontri personali, a tu per tu con le persone (sia adulti che giovani), ma quando poi si passa alla proposta di appuntamenti comunitari, si arriva al momento di ogni scusa per non venire.

E i giovani: dicevamo prima della difficoltà del coinvolgerli. Poi però vengono a fare i catechisti (e anche assiduamente!). Ok: lì si sentono protagonisti. Ma possibile che non emerga mai il desiderio di formarsi? Senza considerare che la voglia di formarsi anche gli adulti ne hanno poca!

La partecipazione all’Eucaristia domenicale: possibile che ancora ci siano così tante latitanze? Possibile che non ci si faccia mai durante il giorno neanche un segno di croce? La confessione e la direzione spirituale? Due illustre sconosciute!

Dal punto di vista comunitario registriamo gli «scricchiolii» di tante iniziative che però, alla fine, rischiano di essere molto frammentate: perché non provare a fare le cose un po’ più insieme e a gruppi riuniti? Non dobbiamo avere paura di fare meno, perché se questo significa fare insieme e fare meglio, allora certamente ci saranno risvolti positivi.

Come dicevamo all’inizio: è bandito da questa riflessione qualsiasi tono nostalgico. Questo perché la Chiesa non è un’associazione, una ditta, un’azienda, ma è il Corpo di Cristo animato, sostenuto e guidato dallo Spirito Santo.

Il Papa ci ricorda che «non siamo in un’epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento d’epoca» e spesso noi rischiamo di voler mettere il vino nuovo in otri vecchi, proponendo strategie pastorali che forse andrebbero riviste. È lo Spirito a offrirci la novità e anche questo cambiamento d’epoca non è da vedere come un male che dilaga, ma semplicemente come un nuovo che avanza e che va interpretato alla luce dello Spirito Santo, operando sia personalmente che come comunità un approfondito discernimento.

In tutto questo, però, va tenuta presente anche un’altra cosa: forse prima la Parrocchia era IL riferimento. Oggi probabilmente è UN riferimento all’interno di una società profondamente pluralista (e grazie a Dio perché la diversità è ricchezza!). In questa società pluralista, però, non dobbiamo dimenticare che la vita è una, e che spetta a noi decidere come viverla. Certo, le cose sono tante, ma in tutto questo ricordiamoci che ESSERE CRISTIANI È PRIMA DI TUTTO UNA SCELTA!

Don Carlo e Don Federico