
Sono tre i percorsi con i quali siamo, tradizionalmente, chiamati a ricamare il nostro itinerario quaresimale: la preghiera, il digiuno e l’elemosina.
Oggi potremmo tradurre la preghiera con “ascolto”; il digiuno con “sobrietà” e l’elemosina con “condivisone” e “solidarietà”.
La preghiera
Lo sforzo di rientrare in noi stessi per incontrare “nel cuore” Colui che “là” ci attende.
La necessità di una vita che si educa alla relazione con il suo Signore: un dialogo che riempie ogni povertà, perché Dio diventa il tesoro della nostra interiorità, la vera ricchezza per cui si vende tutto.
Papa Francesco
Meglio che guardare le “telenovela” o farsi condizionare “dalle chiacchiere del vicino, della vicina”, il Papa suggerisce la “preghiera di contemplazione”, il “tenere fisso lo sguardo su Gesù” e sul Vangelo. Lo ha detto nella omelia della messa a Santa Marta, di cui la Radiovaticana pubblica stralci. Papa Francesco commentava un brano del Vangelo in cui si narra di Gesù in mezzo alla folla.
“La maggior parte della vita di Gesù – ha rilevato il Pontefice – è passata sulla strada, con la folla. Ma non riposava? Sì, una volta, dice il Vangelo, che dormiva sulla barca, ma è venuta la tempesta e i discepoli lo hanno svegliato. Gesù era continuamente tra la gente. E si guarda Gesù così – ha spiegato il Pontefice – contemplo Gesù così, mi immagino Gesù così. E dico a Gesù quello che mi viene in mente di dirgli”.
Immaginare Gesù nella situazione in cui è descritto dal Vangelo, “tenere fisso lo sguardo su di lui e fare memoria di tutto il cammino passato e le grazie ricevute” sono i suggerimenti per la preghiera e una vita di contemplazione ribaditi oggi da papa Francesco, insieme al suo consiglio di portare sempre con sé una copia del Vangelo. “E con questo – ha spiegato – noi facciamo crescere la speranza, perché abbiamo fisso, teniamo fisso lo sguardo su Gesù. Fate questa preghiera di contemplazione. ‘Ma ho tanto da fare’. Ma a casa tua, 15 minuti, prendi il Vangelo, un brano piccolo, immagina cosa è successo e parla con Gesù di quello. Così il tuo sguardo sarà fisso su Gesù e non tanto sulla telenovela, per esempio. Il tuo udito sarà fisso sulle parole di Gesù e non tanto sulle chiacchiere del vicino, della vicina” (ANSA)
Il Digiuno
Dal libro del profeta Isaia (Is 58, 4-7)
“….Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?”
Riflessione
Ha ancora senso oggi per noi, parlare di digiuno? E poi, se vogliamo fare digiuno, in che modo? A che cosa dobbiamo rinunciare, dal momento che siamo nell’abbondanza? Non si corre il rischio di rinunciare a qualcosa, tanto per fare una rinuncia, ma che alla fine non serva né a noi che rimaniamo tali e quali, né agli altri ai quali non arriva nulla del nostro digiuno?
Un esempio concreto di digiuno ci viene presentato da don Damiano Puccini, che alcuni di noi hanno conosciuto personalmente, nel notiziario della sua Associazione “Oui pour la vie” che ci ha inviato proprio in questi giorni dal Libano.
“La guerra in Siria ha costretto almeno tre milioni di profughi siriani a trovare rifugio fuori dal proprio Paese. In Libano le stime ufficiali parlano di un milione e 200 mila profughi registrati presso gli organismi dell’Onu ma, secondo i calcoli locali, il dato reale arriva a un milione e 600 mila. Oltre alle più di 700 famiglie di profughi iracheni, che portano con loro i segni della tragedia non solo di essere state sradicate e cacciate a mani vuote dalle loro case e villaggi in piena notte, spinte verso “un futuro incerto” in preda alla paura e al terrore, ma anche di assistere alla riduzione legalizzata delle donne in condizioni di prigionia. Esse sono vendute al mercato degli schiavi, diventando così “merce di scambio”, alla stregua di un “vecchio arnese”, oltre che alle violenze efferate e esecuzioni capitali, anche per i bambini.
I nostri volontari di Oui pour la Vie fanno tutto il possibile per distribuire cibo, coperte, stufe, carburante, vestiti pesanti, rimanendo sempre fedeli agli impegni di rinuncia personale di buona parte delle loro entrate, fino anche ad un terzo, per questo fine caritativo. Ma la situazione di emergenza si va ormai cronicizzando. La comunità internazionale ha ridotto gli aiuti.
In questa Quaresima, ci impegniamo a vivere la pratica del digiuno da cibo e bevande fino alle dodici di ogni giorno e l’astinenza fino a Pasqua da carne, latticini, dolci. E’ sempre toccante notare come anche i poveri che si aiutano, quelli cristiani, cercano di unirsi a questa pratica, grazie alla serenità in un cammino di perdono che i volontari condividono con loro.”
Riflessione
Ecco tre opere stupende che dipingono l’uomo giusto davanti al Signore: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Tutte queste opere però devono essere pure… non dobbiamo quindi investire risorse nella pubblicità dicendo a tutti che facciamo volontariato, che preghiamo o che pratichiamo il digiuno. Ma se vogliamo piacere a Dio, e poi essere da Lui ricompensati, dobbiamo fare tutto senza che nessuno lo venga a sapere. Gesù infatti su questi punti desidera un po’ di discrezione e, come esempio, se lo vogliamo, possiamo prendere Sua Madre e il Suo nascondimento.
Quante volte invece ci preoccupiamo di avere i primi posti nelle cerimonie o celebrazioni pubbliche! Quante volte ci affatichiamo in mille opere e in svariate associazioni, solo per essere visti, lodati, ammirati… e così abbiamo già la nostra ricompensa.
Ma Gesù non ha bisogno di manifestazioni pubbliche, e mi sa che non gli garbano neanche i comizi… “Io vado nelle case dei poveri e distribuisco le buste della spesa… io recito il rosario tante volte al giorno… io ogni venerdì digiuno… io… io… io…”. Ma che barba!!! Tutto questo è bello se si fa senza la pretesa di essere osservati dagli altri, altrimenti è meglio tapparsi la bocca e non fare niente!!! “Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio” ( Lc 16, 15)… oppure: “Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio” ( Gc 4, 4). La cosa bella che possiamo osservare è che Gesù, per ben tre volte, dice: “…e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Perché questa insistenza?
Evidentemente il Signore sa che molte volte facciamo l’orecchio da mercante e così, per essere sicuro che il Suo insegnamento non vada ai quattro venti, insiste per tre volte. Il Padre che vede…