Come a Gesù nel deserto, anche a noi sono stati offerti quaranta giorni per pensare, riflettere sulla nostra esistenza, domandarci qual è il disegno di Dio su di noi, predisponendoci ad accoglierlo con serenità perché qualunque destino ci sia riservato, se è Dio che lo dona, non può essere che bene e salvezza.
In questo tempo di “distanziamento sociale” i nostri venerdì di Quaresima, organizzati attraverso piattaforme social, ci hanno permesso di condividere delle bellissime riflessioni; ci hanno dato la possibilità di far visita, entrando nelle case, a tanti amici sconosciuti. Di vederci, di parlarci e di ascoltare, anche se a distanza.
Abbiamo avuto relatori di alto livello. Se dovessimo seguire le statistiche social, forse quella che ha avuto una “audience” maggiore è stata Suor Costanza con la sua testimonianza molto toccante specialmente in questo tempo di pandemia. Non bisogna mai perdere la speranza in Colui che ci ha fatti passare dalla morte alla vita.
Interessante è stata la rilettura di “Fratelli tutti” di Papa Francesco fatta egregiamente da Don Emanuele Morelli, direttore della Caritas Diocesana. La parabola del Buon Samaritano è un esempio calzante di prossimità; di aiuto verso i fratelli che soffrono: è un andare incontro a Gesù che è venuto per salvarci. La forza della Quaresima scombina sì, ma non per la morte ma per riportare Vita.
In questo periodo vorrei che tutti avessimo avuto almeno una occasione per fermarci nella frenetica corsa del quotidiano, e pensare quanto è bella la vita, e quanto può essere facile perderla, mentre è più difficoltoso custodirla, amarla, educarla, condurla alla sua pienezza attraverso la Parola della Bibbia. E a questo punto il mio pensiero è rivolto al Prof. Massimo Salani che ci ha veramente illuminato nella conoscenza di Giuseppe, il Padre putativo di Gesù, che non obbedì alle leggi del suo tempo per abbracciare la volontà divina. Papa Francesco, in una omelia della Messa celebrata a Santa Marta, ricorda che lo sposo di Maria “non è andato dagli amici a confortarsi, non è andato dallo psichiatra perché interpretasse il sogno ma credette”. Così facendo “si è fatto carico di una paternità che non era sua: veniva dal Padre”. Giuseppe è una figura di grande educatore: ha saputo far crescere Gesù in età, sapienza e grazia. Ed è riuscito ad attraversare i dubbi e l’esilio senza mai perdere la fede in Dio.
Sono stati tre appuntamenti importanti, intervallati dalle Vie Crucis giovani. La forza della Quaresima e la sua particolarità nutre profondamente il tempo che stiamo abitando e ne dà il senso e una nuova direzione.