Ricordo di don Egidio Tridico

Pisa, 7.6.2021

“Che bella amicizia”: sì, che bella amicizia, sono proprio queste le parole con cui don Egidio Tridico ci ha salutati dal suo letto all’ospedale qualche giorno prima di morire.

I ricordi tornano alla mente quando si sente parlare di qualche opera o iniziativa che don Egidio ha realizzato. Nessuna meraviglia per noi, i suoi gesti sono simboli del suo cuore.

Don Egidio era così parco nella sua persona quanto era generoso verso gli altri.

Aveva le mani bucate, come diceva lui stesso, le monete bruciavano nelle sue tasche alla vista di un bisognoso ed erano: euro, centesimi, biglietti azzurri e rosa. Potevano essere anche pane e companatico; procurava abbigliamento per tutti. Bastava che dicesse il numero di scarpe che occorrevano ed egli le procurava e le distribuiva.

Anche con la Chiesa egli fu generoso e diede alla Curia una grossa somma per la riparazione del tetto della Chiesa dei Passi.

Ogni volta che i suoi ragazzi universitari tornavano dalla Sardegna gli portavano eccellenze regionali e lui le faceva assaggiare a tutti, anche a noi. In compenso ci chiedeva qualche pietanza calabrese di quelle che preparava la sua mamma e che egli ricordava spesso con nostalgia e gratitudine.

Apparteneva ad una famiglia numerosa. Il padre morì quando egli aveva solo sette anni e lo lasciò con altri cinque fratelli.

Una vita movimentata la sua: sacerdote passionista, cappellano militare, professore di lettere, studioso di Sacra Scrittura e specializzato in Sacra Eloquenza.

Amava i libri e ne regalava agli amici.

Fu per molti anni parroco in Brasile; ricordava gli amici e ne era ricordato. Un anno venne a fargli visita a Pisa il vescovo don Luciano, presidente della Conferenza Episcopale del Brasile il quale ci parlò delle varie parrocchie in cui don Egidio aveva operato, della sua generosità e correttezza.

Sono tanti, anche per noi Calabresi, gli anni gli anni trascorsi collaborando con don Egidio ai Passi. I nostri paesi d’origine distano fra loro pochi chilometri.

E’ stato bello incontrarlo nella bella città di Pisa e contribuire, per quanto possibile, nella sua personale quotidianità.

Franca e Giuseppe