I 50 anni del coro di S. Pio X

A metà circa del mese di Novembre del 1971 arrivò una telefonata. Era Don Battaglini che diceva: “il nuovo organo è quasi pronto, sarà qui (nella Chiesa di S. Pio X) a Natale: … bisogna organizzare e preparare un coro!! … perché l’organo deve servire a sostenere adeguatamente il canto.  L’assemblea dei fedeli è un po’ pigra e deve essere sollecitata.”

Di fatto, a causa di alcuni inconvenienti tecnici l’organo arrivò solo un paio di mesi più tardi, ma un gruppetto di giovani, poco più o poco meno che ventenni riuniti intorno al vecchio armonium dettero vita a quello che quasi fin da subito prese il nome di “Coro dei giovani della Parrocchia di S. Pio X”, animando la S. Messa della notte di Natale 1971.

L’incoraggiamento e il sostegno di Don Battaglini ma anche la gioia e l’entusiasmo che misero quei ragazzi nel servire il culto fu davvero contagioso e nel giro di poco tempo il “coro” divenne una delle più belle realtà della Parrocchia, un punto di riferimento per la liturgia e la catechesi.

Ma è doveroso sottolineare l’aspetto più rilevante e determinante: non è stato un fenomeno passeggero di breve durata come quasi sempre capita in questi casi. Infatti pur nella normale alternanza delle persone e della consistenza numerica, oggi il coro non ricorda semplicemente l’anno della sua costituzione ma compie 50 anni di effettivo e ininterrotto servizio liturgico in tutte le celebrazioni della parrocchia. Nelle Domeniche, Festività, Liturgie sacramentali di ogni genere il coro ha sempre fornito la parte necessaria e integrante in modo che tutta l’assemblea dei fedeli abbia potuto dare la sua partecipazione attiva.

Ecco allora la conclusione con le parole che qualche anno più tardi scriveva lo stesso Don Battaglini: “… Senza arrivare ad una sciocca esaltazione, possiamo affermare che la liturgia domenicale e … non, è vissuta e partecipata grazie al coro. Continuate! David a giustificazione sua canta : “Ho amato il decoro della Tua Casa”, e avvicinare al bel canto tanti giovani, penso che sia il modo migliore per abituarli ad amare le cose belle ed avvicinarli a Dio e di conseguenza essere cari a Dio”.

Carlo Alberto