
Lettera Apostolica di Papa Leone XIV nel 60° della “Gravissimum educationis”
Con gioia condividiamo con tutta la comunità la notizia della pubblicazione della Lettera Apostolica “Disegnare nuove mappe di Speranza”, firmata da Papa Leone in occasione del Giubileo del mondo educativo, lo scorso 26 ottobre 2025.
È un testo prezioso per tutti gli educatori, gli insegnanti e per quanti, in modi diversi, si dedicano alla trasmissione del sapere e alla crescita umana e spirituale delle nuove generazioni.
Presentiamo questo documento come invito alla lettura.
Testo disponibile al link:
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2025/10/28/0805/01434.html
don Federico e don Carlo
Nel 60° anniversario della Dichiarazione conciliare Gravissimum educationis sull’educazione cristiana, Papa Leone XIV pubblica la Lettera Apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”, un testo che rilancia il ruolo educativo della Chiesa nel mondo contemporaneo, segnato da frammentazione, digitalizzazione e disuguaglianze.
Il Papa afferma che l’educazione è una forma concreta di evangelizzazione e di carità, perché il Vangelo diventa cultura, relazione, gesto quotidiano. Essa è chiamata a costruire ponti e non muri, offrendo ai giovani strumenti per crescere come persone libere, responsabili e solidali.
Ripercorrendo la storia dell’educazione cattolica, Leone XIV cita figure e carismi che hanno incarnato il Vangelo nel campo educativo: da Sant’Agostino ai monaci, da San Giuseppe Calasanzio a Don Bosco, fino a Maria Montessori e a tante donne che hanno dato voce agli ultimi. Queste esperienze mostrano che la pedagogia cristiana è viva e concreta: non teoria, ma storia e servizio.
La Lettera insiste sulla centralità della persona: l’educazione non può ridursi a un addestramento funzionale o a un insieme di competenze tecniche. “Una persona — scrive il Papa — non si riduce a un algoritmo, ma è un volto, una storia, una vocazione”.
L’educazione misura il suo valore sulla dignità, sulla giustizia e sulla capacità di servire il bene comune.
L’educazione cristiana è inoltre opera corale: “nessuno educa da solo”. La comunità educante — docenti, studenti, famiglie, pastori e società civile — è un “noi” che genera vita. Le scuole e le università cattoliche devono essere ambienti vivi dove fede, cultura e vita si intrecciano e dove le domande non vengono tacitate, ma accompagnate. La formazione degli insegnanti, scientifica e spirituale, è decisiva, perché la loro testimonianza vale quanto la loro lezione.
La famiglia rimane il primo luogo educativo: l’alleanza tra genitori e scuola è fatica e benedizione, ma quando funziona suscita fiducia. La Chiesa è chiamata a favorire reti e collaborazioni tra istituzioni educative, parrocchie, università e movimenti, componendo una “costellazione educativa” fatta di diversità e di sinergie.
L’educazione, sottolinea il Papa, deve promuovere giustizia sociale e ambientale, formare coscienze capaci di scegliere non ciò che è comodo, ma ciò che è giusto. Anche la tecnologia e l’intelligenza artificiale vanno messe al servizio della persona: “nessun algoritmo potrà sostituire la poesia, l’amore, l’arte, la gioia della scoperta”.
Riprendendo il Patto Educativo Globale di Papa Francesco, Leone XIV propone tre priorità per il futuro:
- Vita interiore, con spazi di silenzio e discernimento;
- Digitale umano, che metta la persona prima della macchina;
- Pace disarmata e disarmante, che educa al linguaggio della misericordia e della fraternità.
La Lettera si chiude con un invito forte e semplice: “Disarmate le parole, alzate lo sguardo, custodite il cuore”.
Per Papa Leone XIV, educare oggi significa disegnare nuove mappe di speranza, perché solo l’amore che educa può generare un futuro umano, giusto e fraterno.





