Ma quest’anno le benedizioni delle famiglie si faranno?

Da un po’ di tempo ci viene posta la domanda: «ma quest’anno le benedizioni delle famiglie si faranno?».

È bello che ci sia questo interesse: la benedizione delle famiglie, infatti, rappresenta una preziosa occasione di incontro con la comunità. Talvolta sentiamo qualcuno che la ritiene un po’ «superata»; da parte nostra, invece, pensiamo che essa sia – oggi più che mai – una possibilità di annuncio e, molto spesso, di primo annuncio del Vangelo.

La benedizione delle famiglie, infatti, offre la possibilità di entrare nelle case di tutti e non solo di coloro che già frequentano. Certo, molto spesso le persone non accolgono il prete o il diacono, eppure anche quel «no» può lasciare una traccia, un seme, il ricordo di un incontro almeno desiderato. Dove la avremmo, infatti, l’occasione di incontrare tutti? Dove l’avremmo l’occasione di stabilire un contatto con i parrocchiani che – di fatto – sono tutti coloro che risiedono nel nostro territorio, sia che pratichino sia che non pratichino, sia che siano credenti, sia che siano non credenti.

Erano ormai due anni che non potevamo fare la benedizione delle famiglie a causa della pandemia: proprio due anni fa la dovettimo interrompere proprio a metà perché scattò il primo duro lockdown.

A oggi – grazie a Dio e alla scienza – sembra che si vadano ristabilendo le condizioni per poter di nuovo ripartire.

Come funziona di solito? Ogni pomeriggio, dalle 15 alle 18, noi preti e il diacono Michele andiamo a benedire secondo un calendario che è consegnato porta a porta alle famiglie interessate con l’aiuto di volontari che fanno i «postini».

La nostra Unità Pastorale conta circa 11.000 persone: ovviamente non sarebbe possibile farla tutta. Per questo dividiamo la parrocchia di S. Stefano in 3 zone, e poi abbiamo la parrocchia di S. Pio e quella de I Passi.

Quest’anno pensiamo di fare tutta San Pio e la zona «C» di S. Stefano. Pensiamo importante fare la benedizione di tutta la parrocchia di San Pio perché per noi sarà la prima volta: diventerà anche un’occasione per presentarci, per farci conoscere, per allacciare relazioni.

Ovviamente possiamo domandarci: ma se una persona dalle 15 alle 18 non può? Nessun problema! Quando passiamo, se non troviamo nessuno, lasciamo sotto la porta un cartoncino con scritto che il prete o il diacono è passato per la benedizione e che, se la famiglia vuole, possiamo concordare un nuovo appuntamento nel giorno e nell’orario desiderato da chi chiede la benedizione.

Dobbiamo anche ricordarci che non si benedicono «le case», ossia i muri: si benedicono le persone. Per questo invitiamo ad organizzarsi per essere presenti, anzichè a lasciare le chiavi al vicino.

Ma tutto questo quando avverrà? A onor del vero dobbiamo ancora mettere un «forse»: pensiamo di poter fare le benedizioni, ma dobbiamo ancora poterlo confermare definitivamente.

In ogni modo l’idea sarebbe quella di iniziare dopo Pasqua anzichè in Quaresima. E questo per due motivi: il primo è che si va più verso la bella stagione e quindi anche la pandemia potrebbe allentare ulteriormente la morsa; e il secondo è che – di per sé – il senso della benedizione sarebbe proprio quello di benedire le famiglie con l’acqua della notte di Pasqua: andare dopo Pasqua, allora, ci aiuta – insieme alle precauzioni per la pandemia – a recuperare questo bel segno!

Dunque ci faceva piacere condividere con tutti questo orientamento di riprendere con le benedizioni delle famiglie con la zona di Gagno e la zona «C» di S. Stefano. Ci aggiorneremo per la conferma più avanti.

A tal proposito, ci pare anche di poter riprendere a programmare altre cose circa l’estate… per questo però, vogliamo prima confrontarci con il Consiglio Pastorale e attendere ancora un po’ gli sviluppi della pandemia.

Don Carlo e Don Federico