IV Giornata nazionale di preghiera per le vittime
Al cuore di ogni relazione umana, personale o comunitaria, vi è un atto di fiducia. Affidarsi è anche il movimento che anima la fede di ogni uomo e donna credente.
In ogni forma di abuso sappiamo esserci invece un tradimento e una rottura nella fiducia, che investono non solo vittima e abusante, ma tutto il contesto in cui ciò accade.
Ritessere la fiducia è allora promuovere e vegliare affinché siano sempre garantiti rispetto e responsabilità da parte della comunità ecclesiale nel custodire la fiducia riposta in essa da genitori che consegnano i figli per le attività educative e sociali, nel prendersi cura e sostenere le persone nelle vulnerabilità esistenziali, nell’accompagnare il bisogno spirituale di ogni uomo, nell’esercizio di ogni forma di autorità e ministero, nell’ascoltare chi con coraggio chiede di ricercare la verità e perseguire la giustizia.
Ritessere fiducia è tentare di ricucire lo strappo, magari ancora aperto e sanguinante, con il filo d’oro della prossimità e della cura, come evocato dal dipinto “Sacco e oro” di A. Burri, così che possiamo anche noi rivestire “di abiti di lino finissimo” e porre “al collo un monile d’oro” (cfr Gen 41,42).
Il materiale di riflessione e di animazione per la preghiera è stato realizzato da un gruppo di vittime e loro familiari attuando quanto scritto nelle Linee Guida: “solo l’ascolto vero del dolore delle persone che hanno sofferto questo crimine ci apre alla solidarietà e ci interpella a fare tutto il possibile perché l’abuso non si ripeta”.
Ci auguriamo insieme a loro che quanto condiviso possa aprire, a partire dalla Giornata, ulteriori percorsi di riflessione e di ascolto e diventare parte integrante delle attività formative proposte nelle parrocchie, nelle diocesi, nei seminari, nelle comunità religiose, nelle associazioni e nei movimenti.
Chiara Griffini
Presidente Servizio Nazionale tutela minori CEI