Area verde intitolata a don Waldo

“Don Waldo Dolfi! Chi era costui?” 

Succederà… Vedendo il cartello, chi si troverà a passare lungo la “Ghiacciaia” se lo chiederà, come don Abbondio che ruminava tra se, su Carneade. E non sentirà l’emozione che ci pervade – noi che abbiamo camminato un po’ con lui – al solo pensiero di vedere immortalata su quella insegna una persona reale, che vive ancora nei nostri cuori.  Purtroppo, anche solo per un fatto anagrafico, almeno il 30% di noi non lo ha conosciuto, forse neppure mai visto o non ne ha sentito parlare; per questo sentiamo forte la necessità di ricordarlo e di tramandarne la memoria.

Nelle settimane scorse sono stati tratteggiati – o appena accennati – alcuni aspetti della sua attività qui a Porta a Lucca; molto di più si può trovare nelle pubblicazioni citate qua in fondo, che vale la pena ancora di procurarsi, eventualmente in prestito… assicurandone la restituzione!

L’aspetto forse più inclusivo, cui si è fatto già cenno, fu la spinta a sentirci “Comunità” sulle orme del primo cristianesimo ripreso dal Concilio Vaticano II (Atti degli Apostoli, Lettera a Diogneto): sotto questa voce ci entrava tutto, dalla liturgia alla catechesi, dalla carità alla socialità, quante esperienza abbiamo vissuto con uno spirito che forse era già in noi, ma che don Waldo seppe suscitare, dandocene consapevolezza.

Tra le cose non dette che vengono in mente in modo un po’ sparpagliato, il Gruppo Giovanile (o “Agenzia matrimoniale” come don Waldo amava definirlo con simpatica ironia) poi Gruppo Proposta, le Assemblee come momenti di incontro della Comunità, i Convegni periodici, i gruppi di Ascolto della Parola, i gruppi di famiglie, la fondazione di un Gruppo OPAM per aiutare i più piccoli nel mondo, le uscite a Sommocolonia per i ragazzi, il Centro Incontro per gli anziani, gli spettacoli al teatro, i Cineforum  e poi  i lavori cui prendeva parte in prima persona, dal restauro della Chiesa di Santo Stefano, del Chiesino, della canonica alla casa di Caprona che divenne punto di aggregazione di questa Comunità.  E ancora, la sua passione per l’arte, in particolare quella sacra e per il disegno nel quale era maestro.

Ma altri due punti è assolutamente necessario ricordare in questa sia pur minima rassegna: fare comunità attraverso la comunicazione e condividendo anche risorse materiali.

Fu in occasione del Natale 1967 (un anno dopo il suo arrivo) che don Waldo pubblicò e distribuì a tutte le messe festive il primo numero del “Notiziario di S. Stefano” che dal n.24 del febbraio 1974 divenne “Notiziario della Comunità di S. Stefano”, registrato al tribunale di Pisa (n.8 del 28.6.77)  con un certo numero di rubriche fisse: Note liturgiche, il Colloquio (tra i lettori), la cronaca delle Attività, Notizie dal Cortile, 3a età, l’Angolo dei Ragazzi, Catechesi Notizie e  l’angolo finale “dalla Comunità” con gli elenchi dei battezzati, degli sposi e dei defunti, di mese in mese. E poi, di volta in volta, i contributi di chi, oltre ai discorsi, faceva i fatti in prima persona, per il bene di tutti… e di se stessi.

Dal vecchio ciclostile che tanto impegno richiedeva nella preparazione delle matrici incise con la macchina da scrivere e a mano per titoli e disegni, alle prime macchine offset, fino ad una grande macchina da tipografia che lo stesso don Waldo manovrava con grande perizia.

E per non farsi mancare nulla, agli albori della diffusione delle radio private, don Waldo attrezzò una stanzina della canonica con un apparato trasmittente, mise un’antenna sul tetto e per un certo periodo (1977-83 sui 92.500 MHz, tre ore al giorno il martedì e il venerdì) mandò in onda “Radio S. Stefano” con un corso biblico, programmi formativi, rubriche varie e musica classica, per tenere unita, anche con questo mezzo, la sua comunità.

“Ventitré Natali” fu il suo ultimo scritto nel n. 122 del Notiziario, del dicembre 1988, subito prima della sua partenza da Porta a Lucca. Ma il seme gettato ha dato ancora frutti: il Notiziario, con periodicità variabile, è uscito fino al 2013, una grande raccolta che dal n.130 al 163 aveva assunto la testata “INCONTRO”, da cui poi quella di “INCONTRI” data a questo foglio che tuttora ogni settimana viene preparato, stampato e  distribuito.

E non si può concludere senza citare l’aspetto economico. Tutti abbiamo cantato “Nella chiesa del Signore…“ (n.241 del nostro libretto) che ci racconta che “per vivere la vera comunione” sentirono la necessità di mettere “in comune il loro beni”. “Ma anche i nostri!” ci ha insegnato don Waldo chiedendo, senza inutili giri di parole, di partecipare liberamente, con continuità o anche saltuariamente, alla costituzione di un “Fondo Comunitario”; non si trattava di chiamare diversamente la questua domenicale, né di una raccolta finalizzata come tante volte vengono fatte, né di una iniziativa puramente assistenziale. Il Fondo comune è uno stile di vita, è la presa di coscienza che non tutto quello che abbiamo ci spetta veramente, ma che dobbiamo “con-dividere” una parte di noi stessi – anche il vile denaro – con l’intera Comunità.

Eredità di “Waldo Dolfi – prete”, come amava firmarsi.

 Umberto Penco

Bibliografia

Waldo Dolfi: “Oltr’Ozeri”, Pacini Ed., 1987.

Don Waldo e la Comunità parrochiale di S.Stefano: “22 anni: un cammino” – Zannini, 1989. Disponibile sul sito della Unità Pastorale:  http://www.santostefanopisa.it/download/

Comunità Parrocchiale di S.Stefano e.m.: “Don Waldo a Porta a Lucca 1966-1989 – Un prete e la sua gente nel cammino del concilio” – Pacini Ed., 2012.

Don Waldo Dolfi – Quaderno di incontri di catechesi sui Padri Apostolici” (con CD) – a cura di Amerigo Vaglini, Ed. ETS, 2013.