Curare il silenzio

Carissimi tutti e tutte,
durante il nostro ultimo consiglio parrocchiale, nell’intento di sottolineare l’importanza e la particolarità del periodo quaresimale, abbiamo deciso di tornare al silenzio.
In conformità alla essenzialità, cui la Quaresima stessa indica, curare il silenzio è il nostro modo di adesione alla grande genesi della notte pasquale. Per questo alle varie celebrazioni, li dove le forze ce lo permetteranno, all’ingresso della chiesa troverete dei piccoli messaggeri, quasi degli “steward del silenzio” che per ogni Domenica vi consegneranno un cartoncino che al silenzio rimanda. Sul cartoncino compariranno due indicazioni, due diverse note. Una di carattere magisteriale, che quindi attingerà ai documenti della Chiesa, ed una di carattere più personale che
richiamerà pensieri, parole di qualche maestro dello spirito.
I cartoncini saranno comunque replicati, come mostrato qui sotto, anche in ogni numero del foglio incontri.
E dunque buona quaresima e buona conservazione di un santo silenzio.

Fraternamente,
don Simone

 

Ordinamento Generale del Messale Romano
45. Si deve anche osservare, a suo tempo, il sacro silenzio, come parte della celebrazione. La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole celebrazioni. Così, durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, favorisce la preghiera interiore di lode e di supplica. Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove si assumono i paramenti e nei locali annessi, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione.
 
Papa Giovanni Paolo II
«Un aspetto che occorre coltivare con maggiore attenzione all’interno delle nostre comunità è l’esperienza del silenzio. […] La liturgia, tra i diversi suoi momenti e segni, non può trascurare quello del silenzio».
 
Pier Cesare Bori
«Potremmo dire così, avvicinandoci al tema nostro: “tacere”, è zittire o zittirsi, arrestarsi muti dinanzi alla realtà divina, mentre “silere” è entrare nella divinità divenendo partecipi della sua ineffabile realtà… ».

 
Domenica 15 Marzo

Ordinamento Generale del Messale Romano
54 a. Poi il sacerdote invita il popolo a pregare e tutti insieme con lui stanno per qualche momento in silenzio, per prendere coscienza di essere alla presenza di Dio e poter formulare nel cuore le proprie intenzioni di preghiera. Quindi il sacerdote dice l’orazione, chiamata comunemente «colletta», per mezzo della quale viene espresso il carattere della celebrazione.
 
Madre Teresa di Calcutta
Abbiamo bisogno di trovare Dio, ed Egli non può essere trovato nel rumore e nella irrequietezza. Dio è amico del silenzio. Guarda come la natura – gli alberi, i fiori, l’erba – crescono in silenzio; guarda le stelle, la luna e il sole, come si muovono in silenzio …. Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di toccare le anime.
 
Pablo Neruda
Piena di te è la curva del silenzio.