L’accompagnamento nel fine vita

L’ACCOMPAGNAMENTO NEL FINE VITA: UN PERCORSO POSSIBILE.

Il messaggio che emerge dall’incontro di bioetica svoltosi a S. Stefano e.m.

Un pubblico numeroso e partecipe ha seguito con attenzione la Tavola RotondaLa persona malata di fronte alle scelte di fine vita. Quale accompagnamento?” che si è svolta Venerdì 23 ottobre alle ore 21.15 nel Salone della Parrocchia di S. Stefano a Pisa.

Densi e stimolanti sono risultati gli interventi delle Direttrici degli Hospice di Pisa (dott.ssa Angela Gioia) e di Livorno (dott.ssa Costanza Galli), come pure del Docente di Teologia Morale don Gianni Cioli, moderati e amalgamati con maestria dal dott. Tommaso Strambi, Responsabile della Redazione di Pisa de La Nazione.

È stata l’occasione per collocare nella giusta dimensione gli interrogativi, le difficoltà, le sofferenze che costituiscono l’ordito e la trama delle fasi terminali della vita, quando la malattia e il dolore sembrano non lasciare alcuno spiraglio di luce, di dignità, di speranza.

E allora sono state richiamate parole quali: empatia, ascolto, rispetto, accompagnamento, relazione, vicinanza, amore, famiglia, recupero del senso della vita e della propria storia… Parole che possono essere declinate e diventare, nei contesti più vari, realtà concrete nella prassi di tutti i giorni. Si sono alternate testimonianze su casi vissuti nella pratica clinica, richiami a dati scientifici, riferimenti a linee di indirizzo sulle cure palliative. L’azione specifica per affrontare in maniera consapevole e corale le tappe finali della vita è richiesta a chi professionalmente è deputato ad assicurare un percorso di cura (nell’Hospice, a domicilio, come pure in Ospedale): medici, infermieri, psicologi, operatori socio-sanitari, assistenti sociali, volontari… Ma accanto a questo è stata sottolineata l’importanza, il contributo essenziale che può venire dai familiari, dagli amici, dalla comunità che vive nel territorio, nella parrocchia, e può costruire una rete che diventa un supporto vitale, prima ancora dei farmaci e degli strumenti tecnologici.

Significative le domande venute dall’assemblea, relative ai grandi interrogativi sul senso di questa fase della vita, come pure alle difficili questioni relative alla proporzionalità delle cure e alle direttive anticipate di trattamento.

L’incontro ha richiamato possibili agganci diretti alle realtà specifiche del territorio in cui viviamo e si è concluso con un invito. Guardarsi intorno, fare attenzione, per rendersi conto di quante sono quelle situazioni di solitudine, di abbandono, relative a persone anziane o malate, che esprimono in maniera spesso silenziosa una domanda di aiuto, di accompagnamento. Riusciremo a passare dall’enunciazione dei principi ad una reale condivisone di un cammino?

Giuseppe Meucci