San Giuseppe, uomo dell’ascolto

Icona della Sacra Famiglia

La liturgia – in questa settimana – fa avvicinare due momenti belli ed importanti: la seconda domenica di Quaresima (13 Marzo) che ci farà contemplare l’icona della trasfigurazione e la festa di San Giuseppe (19 Marzo).

Tra questi due momenti emerge un collegamento: la parola «ascolto».

Il Padre, nell’episodio della Trasfigurazione ci chiede di ascoltare il Figlio; san Giuseppe è esattamente l’uomo dell’ascolto.

Quello dell’ascolto è uno degli atteggiamenti della sinodalità: per camminare insieme dobbiamo ascoltarci, sintonizzarci sulle stesse frequenze (vedi l’immagine della ricetrasmittente che sarà il segno di questa seconda domenica di Quaresima nel nostro pannello evolutivo).

San Giuseppe, così, si presenta a ciascuno di noi come colui che ci insegna ad ascoltare: nel Vangelo è uomo del silenzio, uomo della fiducia nella Parola, uomo dell’obbedienza. San Giuseppe sa entrare nel sogno di Dio, sognare con lui e passare dal sogno alla realtà.

I nostri sogni sulla Chiesa – suscitati dallo Spirito Santo – potranno diventare realtà se davvero cammineremo insieme, se davvero, con le diverse sfumature per ciascuno di noi, guarderemo però tutti nella stessa direzione: la croce e la resurrezione.

L’immagine del padre terreno è importante per la percezione del Padre celeste: spesso tendiamo a proiettare la nostra esperienza di padre terreno verso Dio. Ci basta questo, allora, per capire quanto san Giuseppe sia stato per Gesù un Padre straordinario: se questo ragionamento è vero possiamo infatti capire come dalla bellezza del Padre dei cieli – così come ce l’ha presentata il Signore – possiamo solo immaginare anche la bellezza del padre adottivo di Gesù, la bellezza di San Giuseppe.

A questo santo, dunque, affidiamo tutti i babbi della nostra Unità Pastorale, a lui affidiamo il cammino sinodale chiedendogli di intercedere per ciascuno di noi affinché ci renda docili ascoltatori della Parola e del prossimo.

Buon cammino sinodale (anche con l’appuntamento di venerdì prossimo),

don Carlo e don Federico