Giubileo e Quaresima

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La Quaresima 2016, iniziata lo scorso Mercoledì con il suggestivo rito dell’imposizione delle ceneri, ha un sapore tutto particolare. Essa, infatti, va a collocarsi all’interno del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco.

Il tempo di preparazione alla Pasqua è per ciascuno di noi un po’ come una palestra. Ci alleniamo, infatti, a vivere ogni giorno le tre principali richieste che il Signore ci rivolge: PREGHIERA, DIGIUNO e CARITÀ.

La preghiera non è tanto il recitare formule stabilite, quanto piuttosto un dialogo con Dio, un dialogo fatto di parole ma anche di silenzio e di ascolto. Così anche il digiuno – lo sappiamo bene – non è solo quello dal cibo, ma anche dalla troppa TV, dal troppo Internet e da tutto ciò che è «troppo» nella nostra vita. Infine abbiamo la carità: San Paolo indica questo aspetto come il più importante di tutti. Una carità che è segno del nostro amare il prossimo, chinarsi verso di lui e servirlo, superando mano a mano pregiudizi e barriere.

Ebbene, questa palestra trova, con il Giubileo, un grande arricchimento nel «programma di allenamento»: siamo chiamati, infatti, a far interagire la Quaresima con la sovrabbondanza di grazia che ci è stata concessa. Ed ecco, allora, che i tre pilastri di questi quaranta giorni vengono come ulteriormente trasfigurati. La preghiera come dialogo: si, ma veramente sono disposto a «vuotare il sacco» con il Signore? Sono capace di chiamare per nome il mio peccato? Sento il bisogno di confessarmi? Ho – come richiede una delle condizioni per ricevere l’indulgenza – un vero e profondo distacco dal peccato? Poi, il digiuno da tutto ciò che è troppo: sono davvero disposto a «digiunare» dalla mia vecchia vita? Sono davvero pronto a vivere un autentico passaggio? Voglio o no passare quella porta che di domenica in domenica vedo nelle nostre chiese durante le liturgie? E infine, la carità: ogni volta che mi confesso, il sacerdote mi indica un proposito per ripartire bene. Penso mai che il proposito più bello è quello di ricucire le relazioni spezzate con il prossimo? Dio mi ama e mi perdona, ma io sono disposto a perdonare, a dare all’altro la possibilità di ripartire con me?

Sappiamo bene che da soli non ce la facciamo a vivere tutto questo. Tuttavia, se apriamo il cuore all’amore di Dio, allora anche noi faremo l’esperienza dell’innamoramento con lui e, quando qualcuno è innamorato, allora riesce a fare un sacco di cose che, altrimenti, mai neanche si sognerebbe.

Davanti a noi si aprono quaranta giorni favorevoli: è un’occasione che ci viene offerta per fare sintesi della nostra vita e per permettere al Signore di rinnovarla radicalmente. Cerchiamo, pertanto, di fare in modo che la prossima Pasqua possa segnare nella nostra vita un’autentica resurrezione, una morte a noi stessi per risorgere con il Dio della Misericordia, che mai e poi mai si stanca di perdonarci… dobbiamo solo permettergli di farlo!

BUON CAMMINO!