Circa l’estate…

… ci dispiace enormemente essere ancora costretti, come la scorsa estate, a non promuovere le nostre attività per i ragazzi e i giovani: i campi solari, i campi a Sommocolonia; nello stesso modo ci dispiace non aver fatto nessuna uscita alla casa di Caprona, nessuna festa, nessuna cena insieme. Tutto questo, non ci dovrebbe essere neppure bisogno di dirlo, causa la pandemia.

Qualcuno potrebbe obiettare: “ma molte attività stanno ripartendo: si può fare sport, andare al ristorante, al mare, in montagna, perché la parrocchia ancora non riprende le sue attività, soprattutto quelle per i ragazzi?”

Domanda giusta; forse saremo impopolari, ma di fronte a tutto il gran parlare di questo periodo diciamo con serenità le motivazioni delle nostre scelte e ci auguriamo che tutti le condividano.

Finora ci siamo mossi all’insegna della prudenza e su questa linea vogliamo continuare. Abbiamo fatto gli incontri di Catechismo, le riunioni del Consiglio Pastorale, dei Catechisti, degli incontri sul Vangelo, ecc.. tutti da remoto per evitare il più possibile incontri, contatti e assembramenti.

Non abbiamo neppure iniziato il catechismo per il gruppo dei bambini più piccoli e, cosa mai successa, con dispiacere nostro e disappunto degli stessi volontari, abbiamo addirittura chiuso la segreteria, servizio caratterizzante la nostra comunità, davvero importante e prezioso per noi e per tutti coloro che si avvicinavano alla parrocchia.

Siamo noi i primi ad essere dispiaciuti di queste scelte ma non possiamo fare altrimenti. Non possiamo e non vogliamo, per il bene di tutti, correre il rischio di essere causa di contagi. Eppure siamo noi che sempre abbiamo promosso ogni tipo di attività con l’obiettivo di far incontrare le persone, di promuovere relazioni, di creare gruppo, di costruire comunità. Siamo pienamente coscienti che questa situazione viene a limitare e a reprimere la nostra missione, ma non sarà certo questa pandemia che porterà alla rovina le nostre comunità o che ci farà perdere la speranza di ripartire.

Nella storia ci sono stati sempre momenti dolorosi, pensiamo alle guerre, alle pestilenze e tutti gli eventi drammatici che portavano scompiglio e disordine nelle società, ma non hanno mai cancellato la fede.

Quanto è successo in questi due anni ci deve insegnare che possono fermarsi le iniziative, che possono rovinare le strutture, possono addirittura, come per i terremoti, crollare le chiese, ma nulla ci deve far perdere la speranza nel futuro. Al contrario, certi eventi sono l’occasione per prendere coscienza che il nostro modo di vivere la fede e le iniziative che la promuovono e la sostengono, non sono immutabili ma forse hanno bisogno di essere rinnovati e migliorati. E’ il compito che ci attende e che chiama tutti a collaborare per far ripartire quanto di buono e di bello c’era nella nostra comunità e, soprattutto, a proporre forme nuove per migliorare ancora.

Don Carlo e Don Federico