A Porta a Lucca uno spazio dedicato a don Waldo

L’intitolazione a don Waldo Dolfi dell’Area verde a ridosso delle Mura,
lungo il tratto iniziale di Via del Brennero, già denominata “la Ghiacciaia”

Perché intitolare un sito del nostro quartiere a don Waldo?

Nella vita di ognuno ci sono incontri con persone che lasciano una traccia indelebile e diventano un riferimento, un esempio da seguire. La stessa cosa si può affermare anche per la vita di gruppi, di comunità, di istituzioni, sia in contesto civile che religioso. Dalle relazioni, dalle vicende, dalla catena di eventi che costituiscono la nostra storia, emergono figure che, per la loro caratura, assumono un ruolo di testimoni, di portatori di valori vissuti con coerenza, di veri e propri modelli di vita.

Tutto questo si può sicuramente affermare di don Waldo Dolfi, indimenticato Parroco di Porta a Lucca dal 1966 al 1989, quando aveva saputo camminare nel solco del Concilio ed attualizzare parole come comunità, condivisione, partecipazione. In seguito Responsabile dell’Ufficio Catechistico diocesano e per oltre 10 anni Arciprete della Cattedrale. Una vita dedicata all’annuncio e alla conoscenza della Parola. E alla contemplazione dell’Arte sacra.

E’ stata presa l’iniziativa di dedicare questo spazio a don Waldo per fissarne la memoria nel tempo, richiamandone in chi l’ha conosciuto il ricordo struggente, e per invitare in modo concreto, anche chi non l’ha mai incontrato, a conoscere la vita di un pastore che ha svolto in maniera appassionata la sua missione nella chiesa e ha tracciato per tutti una scia luminosa.

La cerimonia dell’intitolazione è programmata per sabato 11 Febbraio, al mattino alle 10, con la presenza dell’Assessore del Comune di Pisa, Prof. Filippo Bedini e dell’Arcivescovo di Pisa, Mons. Giovanni Paolo Benotto.

Intanto in queste settimane proponiamo alcuni contributi che ci possano offrire i tratti essenziali della figura di don Waldo.

Giuseppe Meucci

 

Inizio questo mio scritto da sola, con un ricordo personale legato alla mia esperienza di direttrice del coro dei bambini. Questo nacque e crebbe per l’entusiasmo di molti bimbi e delle loro famiglie, ma fu sempre fortemente incoraggiato, seguito e sostenuto da don Waldo che, quando poteva, partecipava alle prove, dava consigli, era una presenza molto efficace anche per i genitori.

Ma naturalmente il suo pensiero era rivolto soprattutto alla liturgia e i due cori di bambini, uno alla cappella della Madonna e uno a S.Stefano, insieme al gruppo di giovani che stava cominciando a cimentarsi con tastiera e chitarre, avevano il compito di animare la Messa con il canto, cominciando a creare una partecipazione più attiva e festosa alla liturgia.

Si unisce al mio anche il pensiero di Antonio, con il quale abbiamo vissuto, per tanti anni, un’altra esperienza proposta in questa Comunità da don Waldo; questa ha fatto crescere noi e tutti coloro che, mensilmente, partecipavano agli incontri per le coppie. All’inizio non c’era un posto fisso per trovarci e ogni volta dovevamo cercare una casa che ci accogliesse: l’Oasi del sacro Cuore di Calci, villa Borghini, perfino una casa della forestale sul monte Serra, Pugnano, la pieve di Caprona e, finalmente, la casa della nostra Comunità, sempre a Caprona – per la quale don Waldo ha speso molte energie – accolsero in tutti quegli anni la fatica e soprattutto la gioia del nostro ritrovarci.

A quel tempo, si parla degli anni ‘70 e fino a che don Waldo è stato con noi, non c’era ufficialmente un percorso di preparazione al matrimonio come ora, ma a tutti quelli che volevano veniva offerta la possibilità di incontrarsi con tante altre coppie, alcune fidanzate o sposate da poco, altre già “stagionate” e questo costituiva la più grande ricchezza di quel gruppo, con lo scambio generazionale che offriva ai più giovani la testimonianza di esperienze di vita matrimoniale e ai più attempati l’entusiasmo e la gioia delle coppie più fresche. Inoltre questo percorso non aveva un termine… per noi è durato anni ed anni!

Alla luce della Parola di Dio ci confrontavamo su quasi tutti i problemi che toccano la vita di una coppia mentre i figli, che quasi tutti portavano con sé, passavano il tempo divertendosi tra loro, conoscendosi sempre più e, al bisogno, facendo i baby sitter per i bambini più piccoli.

Si univano a tutti noi solo durante l’Eucarestia che chiudeva quasi sempre i nostri incontri, meglio sarebbe dire che li apriva ad un orizzonte più ampio dove ogni coppia, ricca dell’esperienza fatta, doveva essere segno di apertura agli altri e di speranza.

Mariangela e Antonio

 

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